Intervista Uncovered For Revenge

Arrivano da Roma con “Life”, EP d’esordio che mette in chiaro una matrice artistica prettamente devota all’hard-rock… Il tutto con voce femminile. Insomma qualcosa di interessante, andiamo quindi a scoprire tutto sul progetto Uncovered For Revenge attraverso le parole di Stefano Salvatori e Giorgia Albanesi.

Ciao ragazzi, visto che siete sconosciuti a molti dei nostri lettori, direi di partire con un breve riassunto su chi e cosa sono gli Uncovered For Revenge!

La band viene creata da Matteo e Stefano Salvatori e Daniele Sforza con l’intento di dare voce alle proprie idee e sensazioni ispirandosi all’hard-rock moderno, con sonorità dure e melodicamente dirette, passando da ballad emozionanti a riff decisi e coinvolgenti. La formazione si chiude con l’arrivo di Giorgia Albanesi nel 2015 e da lì siamo partiti senza mai fermarci. Arrivando a presentare un’alternative rock moderno.

Mi vorrei subito togliere una curiosità: A cosa dobbiamo questo nome per la vostra band? Quale significato sta alla base?

Il nome della band deriva dalla voglia, la dedizione, la determinazione di lottare per il proprio sogno, qualunque esso sia. Lottare contro tutti quelli che non lo vogliono, che ostacolano, che ti dicono che non è la strada giusta da seguire. Insomma Uncovered For Revenge vuole essere un messaggio per tutti. Se avete un sogno, in qualunque ambito, fate di tutto per realizzarlo!

In Rete ho visto come si sono evolute le cose, ossia partendo inizialmente da un’idea dei due fratelli Salvatori e giunta al termine con l’ingresso della cantante Giorgia Albanesi. Artisticamente invece come è stato il percorso? Quali band vi hanno spinto a metter in piedi la band e come è stato il percorso artistico dagli esordi fino a oggi?

L’idea principale è sempre stata quella di proporre un hard-rock moderno, parlando delle nostre idee. In seguito ognuno di noi ha inserito il proprio stile e le proprie tendenze musicali all’interno dei brani. Le maggiori influenze sono arrivate da Foo Fighters, Nickelback e Shinedown, Poi con l’arrivo di Giorgia ci siamo avvicinati di più a band con voce femminile come The Pretty Reckless, Halestorm, Evanescence, Guano apes, Skunk Anansie e Paramore.

Oggigiorno siete finalmente giunti al tanto atteso esordio discografico con “Life”. Volete raccontarci tutto di lui?

“Life” è nato grazie al tempo passato assieme ai membri della band, dentro e fuori la sala prove. Ognuno di noi ci ha messo del suo, raccontando fatti, situazioni ed esperienze – belle e brutte – vissute. Chi lo ascolterà verrà trasportato da ogni canzone, che richiama momenti del cammino della vita di tutti noi. Brani che raccontano storie di bullismo, perdita di persone care, vivere senza compromessi e false amicizie, il tutto collegato dall’amore e dalla follia della giovinezza. E’ il nostro biglietto da visita!

Il vostro stile credo sia una sorta di ibrido tra l’alternative rock odierno e l’hard-rock ‘80s, quest’ultimo soprattutto per quel che concerne il sound. Siete d’accordo con questa mia visione delle cose?

Sì,siamo d’accordo. L’hard-rock anni ‘80 ha un gran peso nel nostro sound, pero ognuno ascolta generi leggermente diversi tra loro, quindi il sound è un insieme di tutto questo. Ci sono tracce rock anni ‘80, del metal, dell’alternative e una leggera presenza pop. Noi ci classifichiamo alternative proprio perchè il sound è un mix di tanti generi che ascoltiamo.

Il primo singolo “Tomboy” credo sia l’esempio migliore per far capire chi siete: un brano che molto deve alla bella voce di Giorgia ma che ha una sua anima. Cosa vi ha spinto a sceglierlo?

“Tomboy” ci ha colpito già dalla sua nascita. Sia per il sound, sia per la nostra prestazione è stato facile sceglierla. E’ il brano che ci rappresenta di più su tutti gli aspetti. Sta andando alla grande nelle radio italiane e straniere proprio in questo periodo e ne siamo orgogliosi. “Tomboy” è la nostra immagine sul biglietto da visita chiamato “Life”.

Come leggevo in Rete i testi hanno un ruolo importante per voi. Come si riesce ad arrivare a una coesione di pensiero, ossia al testo che riesca a racchiudere in sé ciò che ogni musicista ha dentro di sé?

Per prima devi conoscere bene i tuoi compagni di viaggio, devi andare d’accordo su tutto, deve essere una band al 100%. Se non c’è questo non ci riesci, perdi tempo nel decidere, nel gestire e organizzare qualunque cosa. Abbiamo avuto molte difficoltà prima di trovare giorgia perché prima del lato tecnico del musicista C’è quello umano che per noi è molto importante. Quindi creando un rapporto fuori dalla sala prove siamo riusciti a creare questa unione surreale in tutto

Come moltissime realtà underground anche voi avete optato per il DIY. Quali sono i pro e quali i contro del dover gestire interamente il proprio progetto, anche al di fuori del puro lato artistico? Lo rifareste col senno di poi?

Gestire e produrre da soli al momento è sicuramente più difficile, ma è più soddisfacente. Il bello é stato lavorare al 100% su ogni aspetto della band e dell’EP insieme a tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di esso. Cerchiamo di fare del nostro meglio in tutto quello che facciamo. Si puo pensare che la band si produca da sola solo quando non trova un’etichetta per far uscire un disco, ma non è cosi. In tanti scelgono la via solitaria con tutti i rischi annessi. Per noi fin da subito c’era la voglia di produrre “Life” e gestire la band in modo autonomo.

Cosa dobbiam aspettarci dagli Uncovered For Revenge da qui al termine del 2016?

Da qui a fine 2016 ci sarà una promozione live a tappeto per l’uscita di “Life”, sia a livello nazionale sia estero. Prenderemo parte a grandi eventi che verranno annunciati a breve. Colgo l’occasione per ringraziare la Brothel Of Sound, la nostra Booking Agency per il supporto e il lavoro che stanno svolgendo… Al momento possiamo solo dirvi un nome… Mark Boals!

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