Intervista WOPS

Il giorno Onirico è un viaggio introspettivo: a tratti una fuga, a tratti un’immersione. Tutti gli ostacoli del quotidiano – che spesso ci sono sembrati insuperabili – si smaterializzano, insieme al profondo desiderio di superare ogni limite invalicabile del mondo reale, nel mondo immaginato. C’è dentro l’ossessiva ricerca di una soluzione e l’assurda contraddizione del tentare di trovarla nel sogno. E c’è l’amore nel dormiveglia, quello che impedisce al corpo e alla mente di uscire dal letto. E tutto questo si traduce, in musica, in un suono dream, chiaramente, in cui rock, psichedelia, pop convergono in maniera magica, a regalarci un bellissimo viaggio in note e suggestioni che niente ha da invidiare a gruppi e maestri del genere come i mastodontici Deerhunter, capofila del rock onirico americano.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?
Sul chi siamo ci stiamo lavorando, intanto possiamo dire che ci chiamiamo “WOPS” e che veniamo da Roma.

Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?
“WOW” dei Verdena sicuramente rappresenta un modello al quale abbiamo cercato di ispirarci, sia per il coraggio che per la tenacia.

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?
“Il giorno onirico” è nato molto tempo fa in sala prove. In studio abbiamo rielaborato la maggior parte del materiale che avevamo, affidandoci molto al nostro produttore. Con lui abbiamo lavorato sopratutto sul suono e sugli arrangiamenti, senza mai perdere di vista il tema centrale: l’esperienza onirica come fuga dalla realtà.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?
Di certo noi in entrambi i casi.

Progetti per il futuro?
Continuare a fare quello che facciamo nello stesso modo in cui lo abbiamo sempre fatto: Ritrovarci in sala prove e mettere le idee a confronto per poi decidere cosa farne e come svilupparle. E indubbiamente farci conoscere sopratutto attraverso i concerti che sono da sempre il nostro miglior biglietto da visita.

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