Iosonouncane – Die

Jacopo Incani si è preso cinque anni di tempo per creare il nuovo e secondo disco di IOSONOUNCANE. ‘DIE’ nasce con questa tempistica, racconta di un momento brevissimo ovvero l’istante in cui il protagonisca capisce che sta per morire in mezzo al mare e, sulla riva una donna è terrorizzata di poterlo perdere per sempre.

Un momento lungo sei atti, due sono i protagonisti che raccontano i propri pensieri, nello stesso istante o singolarmente (nelle quattro tracce centrali). Tutto questo succede lungo i trentotto minuti dell’album. Vi avverto che non avrete molti salvagenti perché non vi ritroverete ad ascoltare brani cantati (o quasi) come per ‘La Macarena su Roma’; avrete a che fare con un’unica suite composta appunto da sei momenti.Incani non solo si avvicina ad un soggetto importante ma collabora anche con un gran numero di bravi musicisti (Bruno Germano, Antonio Firinu, Paolo Angeli, Mariano Congia, Serena Locci, Dario “Alek Hidell” Licciardi, Simone Cavina e Paolo Raineri) che contribuiscono con strumenti diversi, dalla tromba alla chitarra sarda preparata. Il suono che esce dall’album è qualcosa di elettronico, a volte oscuro con bordoni tenorili (‘Tanca’) altre con qualche goccia di prog (‘Carne’), psichedelia pop (‘Buio’), techno (‘Mandria’) e canzone d’autore ‘Battisti’ versione 2.0 (‘Stormi’).

Bisogna fermarsi a riflettere più volte perché non è cosa semplice, anche per capire se dietro al concept c’è solo la morte o una sorta di rinascita (in inglese Die significa morire ma in sardo è giorno). Se già il debutto di IOSONOUNCANE è stato geniale, ‘DIE’ vi colpirà continuamente allo stomaco come le onde di un mare mosso si infrangono sugli scogli.

01. Tanca
02. Stormi
03. Buoi
04. Carne
05. Paesaggio
06. Mandria

Recensione a cura di: Andrea ‘Hank’ Facchinetti

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