Ivana Cecoli – Io non so se tu lo sai

Io non so se tu lo sai è il secondo lavoro in studio della cantautrice Ivana Cecoli, segue Il Mondo sopra un dito, datato 2009, ed è edito da San Luca Sound. Otto anni separano i due album, anni durante i quali Ivana però non si è staccata dalla musica, o meglio dallo strumento principe da lei utilizzato: la voce, dedicandosi allo studio dei suoi poteri e delle sue proprietà. Una vera e propria ricerca dell’artista sulle virtù del mezzo vocale e sul ruolo che esso gioca nei percorsi di trasformazione personale e lavoro su se stessi. Tale premessa è doverosa in quanto, sebbene si tratti di un prodotto artistico, è chiara fin dalla prima canzone dell’album un’attenzione particolare all’utilizzo della voce, la sua centralità e un’impostazione che lascia intuire il background della musicista. Una voce limpida, pulita, che valorizza il suono delle parole all’interno del brano, facendocelo percepire quasi fosse un racconto. Altro elemento chiave dell’intero disco è la chitarra, perlopiu’ languida, che sembra quasi cullare l’ascoltatore e accompagnarlo lungo tutta la narrazione delle tracce. E’ il caso ad esempio di Il treno parte con me, n. 8, con la sua bella sonorità blues ad affiancare un cantato più legato al cantautorato che al modello tipico delle interpreti femminili italiane. Regala da subito una nota di piacevolezza e trascina col suo ritmo l’ascoltatore lasciando che si perda nel flusso sonoro, facendolo giungere in fondo al brano con la stessa sensazione di quando si percorre una strada per mano a qualcuno di cui si ha fiducia. Degna di menzione e’ anche la traccia numero 9, interpretata con la poliedrica e frizzante Susy Blady: pezzo originale con una fisarmonica talvolta straniante che, insieme all’interpretazione, piu’ parlata che cantata, lo rende teatrale, differente e capace di accendere l’ascoltatore. Bello anche il primo singolo tratto dal disco, Che Ninna Che Nanna, il quale, in totale contrasto con il titolo, propone un ritmo quasi gitano che cattura, diverte e lascia il sorriso sulle labbra. Il dispiacere nasce peró quando ci si rende conto che questi elementi positivi non sono una costante dell’LP. Nella sua prima parte infatti esso non suona altrettanto particolare e dotato di personalita’, ma anzi quasi classico, forse troppo. Ben fatto certo, ma non incisivo. Talvolta le scelte dei contenuti, del modo di raccontarli, nonché quelle lessicali, appaiono un po’ ovvie e ancorate ad una tradizione della canzone che può suonare vecchia e quindi meno interessante. La stessa traccia finale sopra nominata, ad esempio, colpisce certo per gli aspetti gia’ descritti ma non altrettanto per i contenuti, che vorrebbero essere a qualche livello ‘di polemica’ ma lo fanno attraverso ‘immagini’ e parole ormai stereotipate, gia’ sentite e quindi un po’ vuote di quella carica di antagonismo alla quale ambiscono e infine quindi non cosi’ pungenti. In conclusione siamo di fronte a un bel disco (è indubbia la capacità dell’artista e dei musicisti che con lei hanno collaborato) che però risulta come una piccola occasione persa, da ascoltare senza rimorsi ma non se si cercano grandi sconvolgimenti.

 

Tracklist:

1. Anima Che
2. Una Ballata Ideale
3. Io Non So Se Tu Lo Sai
4. Una Casa Che
5. Che Ninna Che Nanna
6. Goccia d’Acqua
7. Capitano Nostalgia
8. Il treno parte con me (ft. M)
9. In Fuggivia (ft. Susy Blady)

 

 

A cura di: Daniela Raffaldi

6.7

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