Jesse Malin – New York Before The War

Jesse Malin con New York Before The War, uscito a fine marzo per One Little Indian, 13 tracce con la partecipazione alle chitarre di Peter Buck (R.E.M.) e Wayne Kramer (MC5). Per questo disco sono stati scomodati tantissimi nomi del passato, ognuno ha visto il richiamo e la celebrazione di qualche artista noto della scena punk e rock. Si parla di Ramones, Richard Hell, Jello Biafra, Neil Young, Bruce Springsteen, New York Dolls, Paul Simon, Rolling Stones, Lou Reed.

In effetti tutti questi artisti rivivono e prendono forma attraverso la melodia di Jesse Malin, niente canzoni copiate, semplicemente questo album respira molta scena punk, rock e blues, quella buona, quella che è rimasta nel tempo e che ora porta a trovare dei rimandi in questo lavoro.
Alcune ballate lente e intense, altre più veloci e cariche, un’evocazione di una New York e delle sue atmosfere che hanno sempre colpito l’immaginario collettivo e artistico di tante persone. Un salto al CBGB’S, è un disco che ti porta a sperare di aver di nuovo un locale del genere, dove è nata tanta musica, tanti talenti, tanti artisti, da essere celebrati in 13 tracce.
Una vena nostalgica che non intristisce e non annoia, un album che si può ascoltare tutto d’un fiato, bello, ben prodotto, curato, suoni puliti e a tratti graffianti, splendide chitarre che accompagnano la voce intensa e particolare di Jesse Malin, assolutamente da consigliare perché si tratta di un album costruito su un tempo, ma che riesce comunque ad essere fuori dal tempo e dai generi, una produzione trasversale che può piacere semplicemente per la bellezza che ne emerge.

Ci sono voluti 5 anni prima di poter ascoltare un altro lavoro di questo cantautore, ma l’attesa è stata ripagata in modo degno. Speriamo di non dover attendere altri 5 anni per il prossimo disco perché questa è la strada giusta e la musica giusta.

01. The Dreamers
02. Addicted
03. Turn Up The Mains
04. Oh Sheena
05. She’s So Dangerous
06. The Year That I Was Born
07. Boots Of Immigration
08. Freeway
09. Bent Up
10. She Don’t Love Me Now
11. Death Star
12. I Would Do It For You
13. Bar Life

Recensione a cura di: Valentina Ferrari

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