Jon Hopkins, a giugno a Milano

09.06 | MILANO – MAGNOLIA ESTATE

 

Ormai è definitivamente passato il tempo in cui Jon Hopkins era un “best kept secret” per addetti ai lavori o quando, per provare ad attirare l’attenzione su di lui, si notava come in una vita lavorativa parallela lui fosse un fidatissimo ingegnere del suono per un act pop come i Coldplay. Non c’è nemmeno più bisogno di raccontare come fin dai primissimi anni lui sia stato per Brian Eno un vero e proprio uomo di fiducia né come, più recentemente, sia stato chiamato a collaborare da una leggenda come Herbie Hancock.

Nulla di tutto questo: ormai la grandezza di Hopkins risplende da sola, senza bisogno di aiuti o di rimandi, nel panorama della musica elettronica. Merito della sua musica: nata come evoluzione del dubstep, cresciuta su itinerari inquieti, cinematici, grandiosi e consolidatasi infine in un’architettura sonora ricchissima ed affilata che non si fa problemi ad incorporare anche la techno più cupa ed ossessiva, senza per questo rinunciare alle emozioni, a sospensioni ambient, a vertigini oblique e colorate. Una crescita continua, raccontata da vari album (primi fra tutti i due usciti su Domino, “Insides” del 2008 e “Immunity” del 2013) e un grande numero di EP e collaborazioni.

Da sempre, l’approccio di Hopkins è quello del musicista che interagisce di continuo con le macchine: non si accontenta di seguire con lo sguardo il cursore del monitor per controllare che stia andando tutto bene ma mescola invece le carte, rischia, deforma, cerca e insegue le emozioni del pubblico che ha di fronte, sfidandole. La conseguenza è che in pochi anni il suo live è diventato uno degli act più ricercati ed attesi nel panorama della musica elettronica mondiale. Nell’ultimo periodo, parallelamente al lavoro sul materiale nuovo previsto in uscita a fine 2017, con lo stesso identico approccio si è dedicato al deejaying, raggiungendo risultati artistici elevatissimi e virando il suo suono ancora di più verso l’impatto ritmico, in questa veste. Il modo in cui ha tenuto in pugno il Main Stage dell’edizione 2016 di Club To Club è stato un esempio grandioso: un set magico e spettacolare, dall’esito (e dalla risposta del pubblico) assolutamente trionfale.

 

JON HOPKINS
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