Tracklist:
01. Shatter
02. Skin of the Earth
03. Dead man’s path
04. A life lived in copper, but painted in gold
05. Reptilia familiar
06. Porcelain bones
07. The collapse
08. Sleep well, Medusa
09. Ragnarock
10. Sun riders
11. Sobek
12. Phyllotaxis
Inizio pesante con “Shatter”, un brano con struttura pesante, dai suoni melmosi ma impreziosito da trame melodiche che si aprono nel ritornello andando a dare una marcia in più insieme alle capacità tecniche di questo gruppo; capacità tecniche che ci travolgono in un muro di suono compatto nella successiva “Skin of the Earth”, subito stampata nel cervello grazie agli arpeggi acustici che affiorano.
La prima vera botta in faccia arriva con “A life lived in copper, but painted in gold”, ottimo mix delle varie culture musicali dei Krokodil, un inferno crossover, hardcore, metal, pesante, sulfureo; profumo di Mastodon nei brani di questo CD, specie in “Reptilia familiar” e nella successiva “Reptilian bones”, dove si scorgono anche echi post-metal e post-core di stampo The Ocean.
“The collapse” gioca fra momenti calmi e colate laviche impietose che stordiranno l’ascoltatore, annichilendolo definitivamente con la traccia successiva, dove il basso e la voce lontana rimangono impressi.
Momento di quiete con la strumentale “Ragnarock”, che introduce un pezzo da 90 molto Tool nelle atmosfere e che risponde al nome di “Sun riders”.
“Sobek”, col suo incedere post-apocalittico e la conclusiva, sospesa “Phyllotaxis” chiudono un ottimo esordio per questi Krokodil che, certamente per molti ma non per tutti, potranno regalarci altre piccole gemme.
Recensore: Meskio
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