Latente – Monte Meru

Ho sempre provato un forte interesse per le culture orientali e vedere un disco dal titolo “Monte Meru”, chiaro riferimento alla montagna sacra della mitologia induista e buddhista, ha certamente alimentato la mia curiosità nell’ascoltarlo.
Entusiasmo che, lo dico subito, è stato sopito purtroppo molto rapidamente.
Il disco arriva dopo l’Ep “Un’altra faccia” del 2010 e “Basta che restiamo vivi noi” del 2014, ma soprattutto dopo i tanti live che hanno rodato un quartetto che arriva qui ad una decisiva prova di maturità.
Questo terzo lavoro della band Ë rabbioso, impetuoso, intenso e il videoclip di “Fumare” che ne ha preceduto l’uscita ne mette in risalto, anche visivamente, la sua natura.
Una band stretta a se in uno spazio angusto, angolare, claustrofobico, dove esplodere tutta la propria energia.
A dire il vero non un video originalissimo, ma che certamente sa cucire un abito perfettamente aderente alle sonorità della band.
Fin qui le cose positive!
Ciò che trovo di negativo sono le scarse novità che l’impianto generale del disco possiede.
Mancano quelle idee che ti fanno dire ìOk, qui l’asticella Ë decisamente salita verso l’alto!î
Non fraintendetemi, “Monte Meru” è un buon disco, è magnetico e rumoroso al punto giusto da saperti regalare uno di quei concerti che la mattina successiva ti si ripropongono sotto forma di violacei lividi sulle braccia, ma che rimane purtroppo bloccato sul livello di troppi altri disco che in questi anni si sono sentiti.
I vari ascolti successivi al primo, quello dei convenevoli e delle presentazioni, me lo hanno fatto apprezzare molto di più e una discreta orecchiabilità la si ritrova in gran parte delle canzoni del disco.
Un album che certamente riesce a trasmetterti tante sensazioni e che proprio per questo e altri motivi è impossibile bocciare senza appello.
Rabbia, paura, ansie, amore e speranze, sono tutte emozioni che vengono messe una dopo l’altra sul piatto, ma la verità è che a questo punto della storia forse ci si aspettava qualcosa di più.
Il famoso esame di maturità citato qualche riga sopra non è proprio del tutto superato e qualche corso di recupero sarebbe magari necessario seguirlo di nuovo.
Ci sono band che non ho intenzione di citare che già al loro primo disco avevano saputo produrre cose di ben altro spessore.
C’è tempo e stoffa per rimediare, ma, almeno per questa volta, la sufficienza è proprio risicata.

 

Tracklist:

1. La mia stanza buia
2. Nervi
3. Fumare
4. Alchimie
5. Brace
6. Lucido
7. Ti vengo a trovare
8. Accontentarsi è diventato facile
9. Tre
10. Everest

 

 

A cura di: Simone Grazzi

6.0

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