Live report Bury Tomorrow

Bury Tomorrow @ O2 Forum Kentish Town, London

Come si dice, se la montagna non va’ da Maometto… Ondalternativa vola a Londra. Questa volta è per assistere all’ultima data dell’Earthbound Tour dei dinamitardi Bury Tomorrow, band metalcore britannica conosciuta lo scorso giugno all’Alcatraz di Milano durante l’evento dei Killswitch Engage. Ora però sono proprio loro i protagonisti e finalmente riusciamo a goderci una performance che va al di là dalla solita mezz’ora da band di spalla, i protagonisti stasera sono loro!
Si parte alle 19:30 con i tedeschi Any Given Day seguiti a ruota dagli inglesi Black Peaks, due band a noi sconosciute, ma della prima nulla da ridire data l’appartenenza al club metalcore, invece sulla seconda si ha subito qualche dubbio (un pacato progressive rock forse a smorzare l’adrenalinica serata?). Ma nulla da temere perché’ poco dopo le 21 arrivano loro, i nipponici Crossfaith, attesissimi dai fan d’oltre manica, a ravvivare subito gli animi e a scatenare l’inferno nella pit.
Sì, li conosciamo bene, è un paio d’anni che Ondalternativa è sulle loro tracce e come sempre non deludono mai. Da non credere quanto i cinque giapponesi siano famosi nel Regno Unito e a darne prova sono i cori d’incitamento e le urla provenienti dalla folla una volta che i Teru (keyboard) e Tatsu (drums) fanno la loro comparsa sul palco per un veloce sound check (eh veloce… diciamo che il giovane batterista ha regalato subito un assaggio della sua ineguagliabile bravura a chi non l’aveva mai visto live… mitragliata di batteria e la folla è già in delirio, spettacolo!). La scaletta è breve ma intensa e va a rispolverare vecchi album come Zion fino all’ultimo New Age Warriors, ma credo che i due momenti salienti (e devastanti) della loro mezz’ora, siano stati durante la loro cover di “Omen” dei Prodigy, dove Ken in un blink ha fatto sedere tutti i presenti per terra per poi farli saltare in piedi a tempo di musica in un boato di urla, e nella closing track “Countdown to Hell” dove da buon burattinaio, il vocalist ha ordinato al pubblico di aprire un varco al centro della pit, segnale che preannuncia la Spartana WOD (Wall of Death) dalla quale abbiamo visto uscire gente sanguinante per davvero (oltre che ricoperti di lividi per i violenti crowd surfing che hanno accompagnato l’electronicore nipponico da inizio a fine show). C’è da sottolineare che questa band non è per tutti, soprattutto i deboli di cuore, non penso di aver mai visto nessun artista mettere cosi tanta energia in una performance live, teneteli d’occhio gente!

Sono da poco passate le dieci ed ecco che finalmente arrivano loro, i Bury Tomorrow con il loro metalcore con la M maiuscola. Qui non si scherza (come non scherzano quelli che si lanciano in mosh pit sanguinolenti… sono pazzi questi inglesi lol) e lo screaming e growling di Daniel ruggiscono nel teatro londinese ormai gremito all’inverosimile. E’ l’ultima data del loro tour made in UK e finalmente abbiamo l’occasione di assistere a uno show con i fiocchi che durerà un’ora abbondante e nel quale non mancherà davvero nulla. Le luci blu, che hanno accompagnato i BT sul palco durante il loro ingresso, svaniscono per lasciar spazio a un gioco di fari abbaglianti e luci bianche quasi psichedeliche e si da’ il via alle danze con “The Eternal”, dal loro ultimo album “Earthbound” dal quale il tour ha preso nome. Il growling di Daniel, non tanto profondo quanto incazzoso, è smorzato dal cantato melodico di Jason (rhythm guitar e vocals) e da una raffica di breakdowns che fanno del pezzo un superbo opening. I ragazzi “in da pit” sono già abbastanza surriscaldati e si vedono già i primi infortuni e malanni (ed io che pensavo che i fan dei Sabaton fossero i peggiori –in senso buono-). Prima dell’inizio di “Memories”, Daniel invoca una circle pit e vi lascio immaginare cosa non è potuto accadere, diciamo che i ritmi iniziali di questo secondo brano, veloci e penetranti, hanno fatto si che tutti nella venue went nuts e che i cori su “Just a memory gone…” coprissero addirittura la voce di Jason. Qualche minuto di ringraziamento al pubblico dove Dani addirittura dice che ringrazierà talmente tanto i presenti che è probabile si stanchino durante lo show, tanto rispetto per questa band!
Si prosegue con la vecchia “Waxed Wings”, parte del loro album di debutto “Portraits” del 2009, meno elaborata rispetto alle più recenti, ma sempre di grande impatto sulla folla che non esita a cantare along e lancirsi in una WOD, sotto l’attenta guida del loro leader.

Si passa a “Knight Life”, dall’album del 2012 “The Union of Crowns”, ancora il mio preferito (nulla da togliere ai successivi ovviamente) ma credo che questo abbia una marcia in più, sia a livello di tecnica, sia di liriche e musicalità, un must per gli amanti del metalcore. Questa traccia, così come quasi tutte le altre di questa raccolta, parte in modo mastodontico e la cosa che colpisce di più è proprio il contrasto tra i giri melodici della chitarra di Kristan (lead guitar e backing vocals) e i ritmi incalzanti e potenti della base (sui quali ovviamente la folla si scatena in crowd surfing).
Sulle note di “An Honourable Reign”, sempre dallo stesso album, il pubblico accompagna la voce di JC in apertura prima che Dani salti giù dal palco per salutare le prime file (povera security, che lavoraccio lol). E’ il momento di “Watcher” e a seguire “Of Glory”, tratte dal loro mistico album “Runes” dove, a detta di Dani, ogni singola canzone è stata ispirata da una runa (Watcher viene indicata con la runa Algiz e Of Glory con Wynn, ma sarebbe un discorso troppo lungo e complesso, quindi passiamo oltre). Potenti e pesanti, i ritmi di queste due canzoni mandano in delirio sia i fan sia la band stessa, che la si vede saltellare e correre sul palco come in preda ad un’euforia difficile da controllare. Torniamo agli inizi con “Her Bones In The Sand” che va a introdurre la più recente “Cemetery”, e più la musica scorre, più ci si rende conto di quanti progressi abbiamo fatto i BT nel corso degli anni (diciamo anche che il numero di persone presenti ai loro live ed in costante crescita ne è prova lampante). Arriva un piccolo discorso di Dani sulla Heavy music dove sottolinea che “Se continuerete a venire ai live di band non tanto famose come noi e continuerete a comprare album, la musica metal e hardcore non morirà mai, davvero grazie a tutti!” e a riguardo partono le note di “301”, brano che va a toccare proprio questo argomento, su come l’industria musicale sia anch’essa corrotta e discriminante. Dopo “The Burden” e prima di “Last Light” Dani chiede al pubblico, a ogni singola persona presente nella venue, di tenersi per mano, pensando di essere tutti parte di una grande famiglia, e tutti lo fanno e quando la musica inizia, non ci sono più singoli elementi che si dimenano ma un grande tappetto vivente che salta all’unisono seguendo il tempo e la cosa da vedere è davvero emozionante, come è emozionante pensare a come un genere di musica, da molti incompetenti considerata come blasfema, possa invece unire tutte le razze e mentalità del mondo… ci sarebbe solo da imparare! Ben fatto Dani!
Ci si avvia verso la fine con “Earthbound”, brano dell’omonimo album uscito a gennaio dell’anno scorso, che scatena l’inferno nella pit dove le energie sembrano non esaurirsi mai e qui si vede veramente di tutto, e anche la band non sembra essere minimamente provata dalla performance. Come da rito, a fine brano la band esce dal palco, ma ora arriva il bello… sono passati solo due minuti quando li vediamo riapparire di nuovo e sfoderare subito “Man Of Fire” prima di concludere con la maestosa “Lionheart” (dal titolo immagino che non indovinereste mai da quale album sia tratta… no? lol) uno dei loro cavalli di battaglia e, a mio modesto parere, uno dei pezzi più belli in assoluto; carico, elettrizzante, dalle superbe liriche che confermano ancora una volta il vero talento di questa band.
E’ l’ultima canzone della data finale che chiude il loro “Earthbound tour” e come non potevano mancare le altre band sul palco? Eccoli dunque entrare tutti, Any Given Day, Black Peaks e gli scatenati Crossfaith, tutti insieme per festeggiare un tour andato alla grande e per rendere onore a tutti i presenti che hanno reso possibile tutto ciò e con un caldo saluto ringraziano, con la promessa di rivedersi tutti molto presto.
Bury Tomorrow non è solo una band che fa metal, ma un insieme d’ideali che rendono davvero fiere tutte quelle persone che (come me) credono nella vera musica e ciò che questa è in grado di trasmettere, e noi di Ondalternativa li continueremo a seguire e supportare sulla lunga strada del successo davvero meritato. F**KING AMAZING!

Crossfaith setlist:
01. Xeno
02. Monolith
03. Kill ‘em All
04. Devil’s Party
05. Omen
06. Rx Overdrive
07. Jägerbomb
08. Countdown to Hell

Bury Tomorrow setist:
01. The Eternal
02. Memories
03. Waxed Wings
04. Knight Life
05. An Honourable Reign
06. Watcher
07. Of Glory
08. Her Bones In The Sand
09. Cemetery
10. 301
11. The Burden
12. Last Light
13. Earthbound
Encore:
14. Man On Fire
15. Lionheart

A cura di: Tatiana Granata

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