CONVERGE + Touchè Amorè + A Storm Of Light + The Secret
giovedi 20 dicembre
@ TRAFFIC CLUB, Roma
Serata ghiottissima al Traffic, di quelle da libro dei ricordi. Perchè, chiedete voi? Beh ragazzi, ci sono i Converge per la prima volta a Roma dopo 20 anni di carriera, sono accompagnati da gruppi di prima scelta, perchè fa un freddo cane e sarà il mio ultimo concerto dell’anno (il 31 non conta), perchè c’è un’apocalisse alle porte… Insomma di motivi per rendere memorabile la serata ve ne sono già a iosa, avevamo forse bisogno di altro?
In perfetto orario, alle 21:30, salgono gli italiani The Secret, evidentemente entrati in ottimo rapporti con Kurt Ballou e soci dopo che questo ha prodotto Solve et Coagula, a proporci il loro ottimo metalcore grind. Il gruppo triestino viene, purtroppo, penalizzato da un mixing poco adatto, che li trasforma quasi in degli Shellac dal ritmo spezzacollo, considerato il volume basso della chitarra. Ciò nonostante la loro performance convince per pura energia, anche se naturalmente il pubblico non era sufficientemente caldo per apprezzarli al pieno, tipico problema di chi suona per primo con tante band di spalla a seguire.
Arrivano subito dopo i molto attesi, perlomeno da me, A Storm of Light, per la terza volta a Roma in pochi anni dopo aver fatto da spalla agli Sleep e un concerto da soli. Il gruppo americano, capitanato da Josh Graham (già collaboratore dei Neurosis), presenta diversi pezzi dall’ultimo ottimo lavoro As the valley of death becomes us , anche se non manca qualche ovvia rivisitazione di bei pezzi come Tempest. Grandissima prova muscolare dei nostri, potenti e convincenti, che purtroppo suoneranno solo cinque canzoni, andandosene dopo una mezz’ora scarsa.
A questo punto della serata decido di guardarmi intorno e noto che il pubblico era composto in gran parte di over-30 o giù di lì, come da attese. E’ proprio in questo momento che quasi tutti se ne vanno e c’è un ricambio clamoroso, con ragazzetti dalle capigliature “arternative” a malapena maggiorenni che si fanno strada con decisione verso il palco. Eh sì, era proprio il momento dei Touchè Amorè, gruppo post-hardcore con tendenze screamo, che ha immediatamente eccitato tutto il pubblico (minorenne) presente. Bisogna dirlo, nonostante la mia ormai veneranda età, i nostri hanno convinto con un’energia incredibile, una precisione invidiabile e una scaletta che ha pescato con gran intelligenza tra pezzi vecchi e novità che troveremo nei vari split 7’’ con Pianos Become the Teeth, tanto per dirne uno.
E verso mezzanotte è l’ora del piatto forte, la sala è gremitissima per l’arrivo dei Converge, i nostri arrivano subito dopo i Touchè, per permettere principalmente a Jacob Bannon di sgranchirsi. Fin da subito i cinque bostoniani dimostrano la loro voglia di scherzare, coinvolgendo il pubblico in piccole gare di applausi per ogni singolo membro. Si parte dopo una decina di minuti con un attacco al fulmicotone con Heartache e Concubine a ruota, e poi la feroce Dark Horse che scatena definitivamente il pubblico. I nostri si lanciano in Aimless Arrow, godevolissimo singolo estratto dall’ultimo spettacolare lavoro All That We Love We Leave Behind e fanno una breve pausa per presentarsi brevemente, continuando sempre a scherzare e a divertirsi.
Specialmente Ben Koller dietro le pelli sembrava davvero a suo agio, facendo smorfie buffe e alzandosi in piedi a percuotere i piatti, sempre ridendosela della grossa.
La scaletta ha ampiamente giovato dall’inclusione di molti nuovi pezzi dell’ultimo album, e c’era davvero poco da recriminare, specie quando si è in preda alle emozionanti Trespasses e la più sobria Glacial Pace. La conclusione è ovviamente riservata a Last Light, cantata da tutti a squarciagola e su cui non si poteva davvero rimanere inerti.
L’apocalisse non è giunta. Per tutti quei cuori che battono ancora, la vita era ricominciata di nuovo.
A cura di Damiano Gerli
un ringraziamento a Gigio @ HUB Music Factory
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