Live Report Cult Of Luna

Live Report Cult of Luna
Traffic Live, Roma
24-04-2013

Conosco persone che avrebbero aspettato ore per una minima possibilità di riuscire ad assistere ai Cult of Luna.
Finalmente è capitata davvero, un’occasione davvero unica per ascoltare la band svedese dopo l’uscita di un album terribilmente sostanzioso come Vertikal, oltretutto accompagnati da un nome importante come i The Ocean, altro gruppo molto atteso nel “BEL” paese.
Al Traffic la serata inizia presto e sono praticamente le nove e mezza quando i teutonici Ocean salgono, in maniera alquanto silenziosa, attaccando subito il pubblico col loro misto di sludge e progressive, ben diverso dai tempi più diretti dei primi album come Fluxion e Aeolian.
La mia sensazione è che quando vanno belli sparati senza fermarsi, i The Ocean tagliano gole a destra e a manca con una precisione invidiabile.
L’attenzione della scaletta invece sarà in misura maggiore verso gli ultimi lavori molto più progressive, con un certo dispiacere da parte del pubblico. I nostri suonano ben più di un’ora, riuscendo a stupire con uno stile fluido e variegato, chiudendo con un ultimo pezzo che vede come guest il cantante dei Lo! Nonostante i diversi richiami dal pubblico e qualche insulto volante, non c’è più tempo, i tedeschi vanno via.
Dopo un cambio di palco sorprendentemente veloce per accomodare due batterie, un sintetizzatore, tre chitarre e un bassista, alle ventitre e cinque minuti scarsi, finalmente i Cult of Luna salgono sul palco di fronte a un pubblico in trepidazione.
Il gruppo si lancia praticamente subito in I:The Weapon e, per quanto sarebbe facile riaprire l’ennesima inutile diatriba sul post metal, c’è una cosa che devo necessariamente sottolineare sui sette svedesi dal vivo: suonano in maniera strepitosamente precisa e profonda. C’è da sentirsi fortunati ad aver avuto il privilegio di assistere a un gruppo così tremendamente affiatato e immerso in quel che amano fare.
La serata è stata dedicata a Vertikal in maniera generosa, col cavallo di battaglia Vicarious Redemption posto esattamente a metà scaletta, più un paio di sguardi verso il passato.
I nostri riescono a tenere a bada la concitazione in maniera invidiabile, nonostante spesse volte si tradiscano in schitarrate paurose mentre sono piegati su loro stessi.
Non fanno neanche mancare quel che mi viene da interpretare come un pizzico di umorismo quando sul finale terribilmente concitato di Ghost Trail, mentre tutto il pubblico è scatenato e fomentato a livelli da stadio, loro sono lì praticamente immobili a guardare fisso davanti a loro. Owlwood ottiene pure un gran riscontro da parte dei presenti, a metà occupati a scatenarsi e cantare ogni singola parola, sottoscritto compreso, e gli altri quasi rapiti o vagamente distratti, difficile a dirsi.

I Cult of Luna sono una macchina da guerra che, invece di distruggere sogni, ne crea, con ogni nota tirata fuori col sudore e la passione.

Grazie a loro e naturalmente grazie a Stefano e al Traffic per averci dato la possibilità.

A cura di Damiano Gerli

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