Live Report Metarock Pisa 2012

Live Report Metarock
Pisa
5-6-7-8-9 Settembre 2012

@Parco della Cittadella (PI)

Mercoledì 5 settembre
Dopo due giorni all’insegna del rap con due dei gruppi più in voga del momento (Club Dogo e Noyz Narcos) il rock torna a fare da protagonista presso il Parco della Cittadella di Pisa mercoledì 5 settembre, con l’atteso ritorno nella città de Il Teatro Degli Orrori.
Passati due anni ormai dalla loro ultima esibizione in terra pisana, Capovilla e soci sono pronti ad infiammare i loro fan a colpi di chitarra. Ad intrattenere il pubblico, nell’attesa, sul dreamstage ci pensano Many Colours, Miriam Mellerin e The Pacemaker. Annullata invece l’esibizione per i RHumornero che, come annunciano il giorno stesso sul profilo facebook, non potranno esibirsi per problemi personali e non dipendenti dall’esibizione. Un vero peccato.

Sono circa le 22.00 quando il nucleo storico della band formato da Pierpaolo Capovilla, Gionata Mirai, Giulio Favero e Franz Valente, accompagnati dai componenti live Kole Laca e Marcello Batelli, fanno il loro ingresso sul palco.
La scaletta lascia presagire un lento ritorno alle origini della band, partendo dagli ultimi successi per chiudere in bellezza con una sorta di riscoperta delle proprie radici.
Apre le danze la prima traccia de Il Mondo Nuovo, “Rivendico”, per passare senza troppe esitazioni ad altri tre estratti dall’ultimo disco: “Non vedo L’ora”, “Skopje” e “Io Cerco Te”.
Sulle prime note di “E’ Colpa Mia” si alza un applauso di consenso dal pubblico, che aspettava con ansia una delle canzoni simbolo del secondo disco de Il Teatro Degli Orrori. Un intermezzo breve si risolve con “Pablo” che lascia spazio ad un’altra delle grandi attese della serata: “A Sangue Freddo”, cui segue “In Due”. Due donne sono le protagoniste delle successive “Doris” e “Monica” e , le loro vicende, vengono narrate con la solita teatralità del frontman veneto che, nel presentare “Ion”, si apre completamente al suo pubblico chiedendo silenzio e raccoglimento per tutti i lavoratori stranieri che cercano onestamente di vivere nel nostro paese.

Il momento quasi solenne non viene interrotto nemmeno da “Majakovskij”, cantata all’unisono dai presenti e quasi recitata da Capovilla.
Il momento del tuffo nel passato è arrivato e, sulle note di “E Lei Venne!” e “Teresa” (eseguita con tanto di pugno rivolto al cielo) capitoliamo dritti dritti nel 2007, con l’uscita del primo disco
L’Impero delle Tenebre, rimasto sempre nel cuore dei fan. La chiusura è lasciata alla dolce melodia de “La Canzone di Tom” ma, prima di lasciare il palco e congedarsi dai suoi fan, Capovilla ci tiene a precisare che “questo concerto è dedicato agli Zen Circus”. Una bella testimonianza della stima che lega i gruppi dell’indie italiano fra di loro.
La mezzanotte sta per scoccare, ma il pubblico ancora non è contento così, Il Teatro fa il suo ritorno sul palco con “Lezione di Musica”, in una versione riarrangiata e decisamente allungata.
Il saluto, questa volta, è definitivo. Pierpaolo Capovilla, con il suo immancabile completo nero fa il suo ultimo saluto e lascia sul palco gli altri musicisti che, pian piano, lo seguono lasciando che il polverone alzato dalle prime file lentamente si plachi, nell’attesa della prossima esbizione.

Giovedì 6 settembre
 Per il sesto giorno dell’edizione 2012 del pisano Metarock Festival sono saliti sul palco gli attesi Marlene Kuntz.
Personalmente non sapevo cosa aspettarmi, molti fan storici mi avevano parlato non proprio benissimo della loro partecipazione a Sanremo e del cambio di registro dei loro ultimi album, ma poco prima dell’inizio del set entro al Parco della Cittadella senza troppi pregiudizi.
Decido di sedermi sulle scalinate sul fondo del parterre per garantirmi una visione del palco lontana ma almeno chiara. Il grande problema di questa location è infatti il dislivello tra stage e audience, già dalla terza fila gli artisti sono pressochè invisibili.
Intorno alle 22 parte lo spettacolo della band di Cristiano Godano che, con qualche sforzo, saluta il pubblico non troppo numeroso che è accorso sin dal tardo pomeriggio.
Il sound è d’impatto, le canzoni si susseguono senza troppi intermezzi o chiacchere. Godano parla poco ma pare concentratissimo. Spende qualche parola per il compleanno del polistrumentista (ma sopratutto ottimo violinista) Davide Arneodo e per il pubblico. Niente di più, solo musica, e a noi va benissimo così.

Vengono suonate, tra le altre, “Ape Regina”, “Cara è la fine”, l’attesissima “Impressioni di settembre” e la più recente “Canzone per un figlio”.
“Bellezza”, eseguita con piano e voce, lascia il pubblico in totale e riverente silenzio, una scelta davvero azzeccata dopo tutta la forza dei brani precedenti. Peccato però per l’acustica non proprio eccellente che ha lasciato più di una volta qualche strumento indietro.
Chiude la scaletta “Sonica” arricchita da una coda strumentale davvero infinita.
Godano, Tesio, Saporiti e Arneodo lasciano il palco uno alla volta incaricando il batterista Luca Bergia di chiudere la canzone con un assolo.

Lascio la Cittadella soddisfatta della performance, sia per la durata sia per la qualità dell’esecuzione. Sicuramente tornerò a vederli e, agli scettici che ancora si rifiutano di farlo, consiglio vivamente di dare ai Marlene Kuntz almeno una possibilità.

Protagonisti della serata di Venerdì 7 settembre sono i pisani Zen Circus, band che ha saputo affermarsi dopo numerosi anni di gavetta con la svolta degli album in italiano. Da “Andate Tutti Affanculo” a “Nati Per Subire” il passo è stato quasi naturale e, in tutta Italia il successo è stato immediato.
Ma la maggior parte di chi si trova alla cittadella, stasera, non associa Appino, Ufo e Karim a locali pieni e bagni di folla.
Chi era ancora ragazzino a Pisa, agli albori del 2000, si ricorda di loro come quelli che passavano col megafono per tutta la città ad annunciare i loro concerti oppure che ti trovavi in piazza la sera, con la chitarra, una bottiglia di vino e la voglia di suonare fino a quando qualcuno non iniziava a lamentarsi, intimando di chiamare i vigili.
Di strada i tre da lì ne han fatta e i presenti di sicuro non l’hanno dimenticato. L’applauso è d’obbligo e l’euforia, ogni volta che tornano a suonare a casa, è davvero tanta.
Sul dreamstage questa è la volta degli Etruschi From Lakota, ***** Yes e Gargamella mentre sul palco del main stage aprono agli attesi Zen Circus due band da annotare sul taccuino: Flora & Fauna e Fast Animals & Slow Kids.

Appino e gli altri fanno il loro ingresso sulle note di un motivo circense verso le 22 e aprono le danze con “Gente di Merda”, estratta da Andate Tutti Affanculo del quale verranno proposti altri cavalli di battaglia come “Vecchi Senza Esperienza”, “Andate Tutti Affanculo”, “Canzone di Natale”, “L’Egoista”. Non mancano anche brani dall’ultimo disco del trio pisano, “Nati per Subire”, come “L’amorale”,”Atto Secondo”, “Qualunquisti”, “Ragazzo Eroe”, “Milanesi al Mare” e nemmeno le sorprese: “Mexicam Requiem”, uno dei vecchi brani degli Zen, è accolto con entusiasmo dai fan come “I bambini sono pazzi”.
Qualche simpatico siparietto si apre sulla presentazione di “Vecchi senza esperienza” e “Figlio di puttana”, che Ufo e Appino introducono con simpatici aneddoti.

Per il gran finale, in memoria dei vecchi tempi, Appino, Ufo e Karim scendono dal palco e si mischiano fra la folla dove, senza microfoni nè amplificatori, intonano con l’ausilio di un’acustica e qualche percussione “Ragazza eroina” concludendo, nel modo migliore, quella che sembra davvero una rimpatriata fra vecchi amici.


Sabato 8 settembre
è la volta di uno dei gruppi più affezionati al Festival e alla città: la Bandabardò che, come sempre, si rivela sinonimo di divertimento e allegria. Duemila persone o più sono accorse solo per vedere sul palco Erriquez, Finaz, Donbachi, Orla, Nuto, Cantax e Ramon e ballare con loro. In apertura, sempre sul mainstage, i bravissimi Matti delle Giuncaie che intrattengono un pubblico voglioso di divertirsi e cantare a detta dello stesso Enriquez che non perde occasione per fargli i complimenti: “abbiamo chiesto da un paio d’anni di non averli più come gruppo spalla perchè quando saliamo sul palco dopo di loro tutti hanno già ballato e cantato in abbondanza ma.. vabbè, siamo come incollati. Speriamo solo che un domani si ricordino di noi, degli amici!
La Bandabardò presenta una scaletta ricca di vecchi classici creando un mix perfetto per intrattenere un pubblico esigente e partecipe. Da “Una giornata Uggiosa”, “Il Mistico”, “Tre Passi Avanti”, “Ubriaco canta amore”, “Vento in Faccia”, “Manifesto”, tutte le vecchie glorie vengono rispolverate e, per il gran finale, il fiore all’occhiello di Enriquez e compagni: “BeppeAnna” sulle note della quale salutano il pubblico pisano e, per ultimo, un pensiero per il Metarock.
Voglio fare un grande applauso al Metarock” urla Enriquez invitando i presenti ad accompagnarlo “perchè chi non esce da Pisa forse non lo sa ma questo Festival è uno dei più belli d’Italia, anzi, forse il più bello insieme all’Arezzo Wave per cui un grande applauso a Zaccardi (Nicola, Direttore Artistico del Metarock, ndr) e una tirata d’orecchie a chi lo critica perchè vuol dire che allora non ha capito un cazzo

Insomma, le polemiche che hanno accompagnato questo Festival dalla prima giornata non sono passate inosservate e, anche se non diretta, la tirata d’orecchie ai Negrita per le accuse rivolte all’organizzazione è arrivata forte e chiara.

Domenica 9 settembre

Siamo a Pisa per l’ormai consueto appuntamento con il Metarock nel Parco della Cittadella. Dario Brunori e la sua "società", belli come il sole, sono attesi sul palco per regalarci un concerto che, come sempre, non deluderà! La fisionomia della location non è delle migliori. Una specie di avvallamento del terreno, in discesa davanti al palco che non permette a tutti, se non ai più alti, di vedere ciò che accade sopra. Siamo qui per ascoltare musica, è vero. Ma le movenze, le espressioni e le "coreografie" di Brunori, simpatiche e ironiche, meritano di essere viste assieme all’ascolto della sua voce. E’ per questo che stavolta, la terza per me, non sarò in prima fila a fare il tifo per Dario, ma un pochino più indietro, più in discesa rispetto al palco, per sovrastare il numeroso pubblico che stasera è qui e riuscire, anche se lontano a vedere la band. Fa niente! L’energia del momento arriva comunque a tutti, fino all’ultimissime file e l’intento di Dario di coinvolgere il pubblico ci cattura lo stesso!
Sono circa le 22 e la Brunori Sas, accompagnata da una giovane violinista, sale sul palco. L’entusiasmo del pubblicoè più che mai palpabile! Si parte in quarta con "Tre capelli sul comò" che praticamente tutti cantano insieme a Dario.
Tra una canzone e l’altra, il Brunori che conosciamo, non si smentisce: parla e scherza con il pubblico che ben accoglie, con applausi e fragorose risate, l’ironia e la simpatia dell’artista.
Si susseguono brani come "Italian Dandy", "Come stai", "Paolo", tratti dall’album "Vol.1", "Io non mi lamento mai" e "Una domenica notte" dell’album "Vol.2 Poveri cristi", per poi dare spazio a "Amore con riserva", brano tratto dalla colonna sonora del film "E’ nata una star?" di cui Brunori ha curato le musiche. Il pubblico segue bene Dario, abile "animale" da palcoscenico, sia nel momento di cantare e suonare, sia quando si tratta di interagire con il pubblico. Seguono altri brani come "Lei lui Firenze" e gli immancabili "Rosa" e "Guardia ’82". Brunori come previsto, regala un bel concerto che, nonostante mi sia piaciuto molto, mi Ë sembrato un po’ "a scappar via", un po’ di fretta.
Non si sono fermati un attimo, neanche per il consueto "congelamento" di vari secondi (che sfiorano il minuto) durante l’esecuzione travolgente di "Animal colletti". Una cascata di canzoni e battute ironiche, senza tregua. Dario termina così, con un’ultima "Stella d’argento" e dopo ringraziamenti molto sentiti alla sua band, questo loro ultimo concerto del tour in Italia.
Una Brunori Sas in concerto, è sempre qualcosa di molto piacevole a cui assistere che non delude le aspettative!

La reunion degli Ottavo Padiglione di Bobo Rondelli è probabilmente l’evento più atteso del Festival e, non a caso, è stato programmato a chiusura dell’ultima serata di domenica 9 settembre.
Dopo il simpatico spogliarello che aveva regalato l’anno passato, il livornese Bobo Rondelli torna sul palco del Metarock accompagnato dalla sua band storica: gli Ottavo Padiglione.

Causa un ritardo ac*****ulato durante la giornata, la band labronica si presenta sul palco quando ormai sono le 23 e deve rimaneggiare al volo la scaletta. Vengono scelti per il pubblico vecchi classici come “Ho picchiato la testa”, “Dal balcone”, “Blues in ¾”, “Non voglio Crescere Mai” alternati a canzoni più recenti come “Hawaii da Shangai”, “Il cielo è di tutti”, “A non so dove” per passare ad una cover dei The Trolls (“Wild Thing”) e una dei Creedence Clearwater Revival (“Have You Ever Seen The Rain?"”). Non mancano scambi di battute e simpatici intermezzi con il pubblico che, divertito, applaude Bobo anche quando il fulcro della discussione è la futura fusione fra la provincia di Pisa e quella di Livorno. “Ognuno resti quel che è” sintetizza il cantautore mettendo, per una volta, d’accordo tutti.

Si chiude così, con l’esibizione degli Ottavo Padiglione e della Brunori Sas, la 27esima edizione del Metarock Festival 2012. Un grande successo di pubblico per la manifestazione che ha sfiorato le 18.000 presenze complessive nei 9 giorni di festival, nonostante lo scorso week-end sia stato guastato dal maltempo.
Le serate di maggior successo sono sicuramente state in questo fine settimane dove il pubblico, nei tre appuntamenti di venerdì (Zen Circus), sabato (Bandabardò) e domenica, ha affollato il Parco La Cittadella di Pisa ricreando l’atmosfera dei festival internazionali.

Molta soddisfazione per Nicola Zaccardi: “Con questa edizione il Festival si conferma come uno dei più frequentati della Toscana. La politica di tenere i prezzi calmierati ha contribuito a creare molta partecipazione. Il cast poi ha fatto il resto mettendo insieme il meglio della musica rock ed il meglio del cantautorato moderno”.
La location del Parco La Cittadella risulta fondamentale come spazio nella città di Pisa, facilmente accessibile ed estremamente versatile. Con i due palchi nell’area, Metarock si conferma in prima linea nella valorizzazione delle giovani band: quasi 50 artisti si sono alternati sui due palchi rendendo Metarock un appuntamento fondamentale per la visibilità degli artisti toscani e non solo.
Metarock Festival 2012 è stato organizzato con la collaborazione di Regione Toscana, Provincia di Pisa e Comune di Pisa.

Live Report dei Marlene Kuntz a cura di Evelina Ghelarducci

Live Report Brunori Sas a cura di Elena Maggiore

Live Report Teatro Degli Orrori, Zen Circus, Bandabardò e Ottavo Padiglione a cura di Alessandra Sandroni

Foto di Evelina Ghelarducci (http://www.flickr.com/photos/eve-livephotos/)

Un ringraziamento a David Bonato e Davvero Comunicazione

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