Live Report Offspring

13 giugno, Market Sound Milano

Eccoci arrivati ad un appuntamento caldamente atteso dal pubblico punk, il concerto degli Offspring a Milano sono ancora vivi?! Sì, sono ancora vivi), biglietti presi con anticipo di mesi per non avere brutte sorprese e via! Via un paio di palle, inizio l’avventura con una coda chilometrica per entrare, apertura cancelli prevista per le 19.00 e ovviamente zero possibilità di riuscire a vedere la prima band, i Good Riddance. Va bene, pace, me li ascolto da fuori così l’attesa sembra meno lunga. I primi controlli vengono fatti con molta pignoleria, vengono passati tutti al setaccio, sicurezza di prim’ordine… ok, ma se continuiamo così non riuscirò a vedere nemmeno i Pennywise, mantieni la calma, mantieni la calma, lo stanno facendo per la sicurezza di tutti. Finalmente si intravede l’ingresso, niente forze dell’ordine, solo la sicurezza dell’evento… tutta al maschile… e chi mi controlla, allora? E chi controlla tutte le ragazze che stanno entrando? Ah, ok, devo aprire la borsa e agitarla in modo che il tipo possa sbirciare dentro… parliamoci chiaro, nella borsa di una donna c’è un intero universo, trovare le chiavi della macchina o di casa significa appoggiare la borsa a terra, svuotarla per metà del contenuto, ravanare tuffandosi di testa all’interno, togliere anche gli ultimi oggetti rimasti, trovare l’oggetto fuori dalla borsa… tu, uomo della security, cosa speri di trovare con una sbirciata rapida? No, spiegamelo così anche io risolvo il problema dello smarrimento oggetti. Mettere delle donne all’ingresso è troppo? Qualcuno avvisi gli organizzatori di concerti che alle donne è concesso il diritto di voto e l’ingresso ai live. Arriva il mio turno, il tipo si lamenta delle bacchette della batteria che spuntano dalla borsa, ma mi lascia passare, in effetti avevo intenzione di usarle sulle persone davanti a me per arrivare in prima fila, ha fatto bene a sgridarmi, alla fine in borsa ho solo 4 accendini, due bottigliette d’acqua chiuse, un paio di tappi per chiudere le bottiglie acquistate all’interno e uno spray al peperoncino. Lamentiamoci delle bacchette. Ah, lo spray al peperoncino mi serve per insaporire la teglia di lasagne che mangia, bimba mia, che sei sciupata! Ultima fila per un ulteriore controllo, ovviamente c’è solo un ometto che non riesce ad arginare il fiume umano, gli saltello allegramente alle spalle e penso che la prossima volta mi porto dietro anche la batteria.

All’interno coda per prendere la birra, ovviamente la birra che le mie amiche volevano non c’è, io prendo l’acqua, si voltano tutti a guardarmi come se avessi qualche brutta malattia e in effetti essere astemi non è propriamente una bella cosa. Per far calare la tensione ho urlato “Sono vegana!!!”, al che si sono allontanati tutti pensando che per me non c’è più niente da fare. Inizia il concerto dei Pennywise e tutto il pubblico balla e si scatena, salta e poga! Ah, no, quella è la fila per il bagno, si muovono in quel modo perché si deve attendere più che per visitare il padiglione del Giappone a Expo, stanno solo trattenendo la pipì e la fila arriva fino a sotto il palco. La marea punk è veramente carina, tutti con il cappellino rosso, ma cosa vuol dire? Cosa mi sono persa? Ah, lo stand della Firestone, ringraziamo lo sponsor, un cappellino in regalo in cambio di pubblicità… che cosa punk. Il cappellino però stava bene a tutti tranne ai 4 ragazzi con la cresta…. Sì, ho contato ben 4 ragazzi giovani con i capelli a punta, volevo quasi fargli una foto e pubblicarla su Facebook per mostrare al mondo che ci sono ancora persone che si fanno i capelli così… tutto molto punk! Al prossimo concerto la Firestone farà anche la versione del cappellino con i buchi per non emarginare i crestati. Ma veniamo finalmente al concerto degli Offspring!

Si abbassano le luci, boato della folla ed eccoli sul palco. Devo dire che si sono mantenuti meglio della media delle band storiche, soprattutto se pensiamo a AXXL Rose. Non mi sono mantenuta bene io visto che non sento niente, devo cominciare a usare un apparecchio acustico e oltretutto devo aver contagiato tutti con la sordità perché, a quanto pare, nessuno sente niente, nemmeno gli Offspring. Qui scatta un applauso a scena aperta per la band, praticamente il primo pezzo lo hanno fatto ad occhio, a orecchio era impossibile, hanno mantenuto la calma e sono andati avanti, che emozione sentire la batteria non microfonata, deve aver picchiato duro il batterista per farsi sentire vagamente. Brian “Dexter Holland” ha tirato l’unica stecca della serata proprio in apertura, con “You’re Gonna Go Far, Kid”. Applauso al fonico!!! Sulla prima canzone i volumi di ogni componente sono stati tutti casuali, ognuno ha suonato quello che gli andava in quel momento, poi per fortuna il fonico si è ripreso e ha continuato ad alzare e abbassare i volumi per tutto il concerto, ma almeno li ha abbassati e alzati in contemporanea, così sono riusciti a suonare insieme. E’ il primo caso in cui le band di apertura suonano a volumi stratosferici mentre gli headliner hanno volumi da chiesa. Mistero della fede. La scaletta procede con i successi che hanno fatto grandi gli Offspring, pubblico scatenato su tutte le canzoni, un tuffo nell’adolescenza con alcuni pezzi come Why Don’t You Get a Job?, Pretty Fly (For a White Guy), The Kids Aren’t Alright, Americana e Self Esteem. Gli accendini che avete sfoderato su Kristy, Are You Doing Okay? usateli per darvi fuoco, dai, raga, fingiamoci punk per una sera. Acidità a parte, gli Offspring sono stati bravissimi sul palco, voci non rovinate dal tempo e dagli eccessi,csuonano gran bene e sono valsi il biglietto, fonico burlone a parte. E’ stata una serata tranquilla, fatta di gente normale, ci siamo divertiti e abbiamo fatto un tuffo nel passato, saltando come grilli zoppi, l’età non avanza solo per il gruppo! Posso bocciare il megaschermo con la partita dell’Italia? Posso? Dai, raga, facciamo i seri, andiamo al concerto e ci mettiamo a guardare la partita mollando le band di apertura?

 

A cura di Valentina Ferrari

 

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