Massimo Ruberti – The City Without Sun

Tracklist:

01. The city without sun
02. Darklands
03. Antipol/propol
04. Last bird in the valley
05. Sabotage
06. Aldo & Lea
07. Claude Pasquier dans le Bois
08. Mass technology against mass manipulation
09. Smog
10. The wind

"The city without sun" è l’ultimo lavoro di Massimo Ruberti, ispirato all’opera per bambini scritta nei primi anni ’70 da Michel Griraud e intitolata appunto "la ville sans soleil". Questo è un disco il cui stile si identifica fortissimamente con la scuola elettronica tedesca, ma in cui si possono sentire richiami di pschiedelia (in certi passaggi le citazioni Floydiane di "The piper at the gates of dawn", "A saucerful of secrets" e "Meddle", cioè tutta la produzione che maggiormente ha risentito dell’influenza di Barrett sulla band, sono evidenti) e noise e diventa quasi una colonna sonora, tanto è avvolgente e sembra calare l’ascoltatore in un mondo cupo e piovoso, dove momenti di calma apparente si susseguono a fughe improvvise.

Va da se che il disco andrebbe ascoltato come un componimento unico, data la sua natura di concept, in modo da poterne cogliere al meglio l’evoluzione sonora. Tuttavia esigenze editoriali spingono, ovviamente, a commentare un po’ più in dettaglio questo lavoro. L’album si compone di pezzi la cui durata media è piuttosto alta (intorno agli 8-9 minuti), e con distinzioni tra loro che pur mantenendo un filo logico comune li caratterizzano in maniera abbastanza netta. In "Darklands" e in "Mass technology against mass manipulation" si sente, più che in altri pezzi la presenza dei Kraftwerk, anche nella voce ripetitiva e sintetica che accompagna il secondo dei due. Notevoli le sonorità al limite del Trip Hop e del Bristol Sound di "Last bird in the valley". Il pezzo che forse ha riscosso successo maggiore è "Sabotage", in cui i consueti suoni elettronici sono accompagnati da un basso ripetitivo, veloce e sporco, quasi fosse un pezzo punk. Una parola infine va spesa anche per la canzone "Aldo & Lea", probabilmente il pezzo maggiormente pop del disco, con un piano che ricorda Moby.

Un disco da ascoltare, un altro lavoro di qualità di Ruberti a circa 4 anni dal precedente "Autour de la lune", anch’esso ispirato ad un romanzo. L’ascolto potrà forse risultare un po’ ostico ai non appassionati del genere elettronico ma sicuramente non mancherà di piacere a tutti coloro che non si alzano dal letto se non stanno ascoltando un sintetizzatore.


Recensore: Pucc

6.0

Voto 6

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