Matrioska – Occhi mossi

I Matrioska non sono certo un gruppo che spunta fuori così dal nulla. Ecco perché oggi, dopo venti anni di carriera alle spalle e sei album all’attivo, possono ancora vantare di avere un certo seguito. Chi li conosce, sa che sono stati tra i primi a scrivere la storia dello ska-punk italiano negli anni ’90, con il loro sound veloce, leggero e senza troppe pretese, che tinge lo ska di svirgolate rock ma al tempo stesso lo diluisce con sonorità pop e leve cantautorali.

Mentre si ascolta il loro ultimo disco, Occhi Mossi, uscito lo scorso aprile, sembra quasi di fare un salto indietro nel tempo, con tracce che sono indirizzate soprattutto a quella fascia di età adolescenziale che era la stessa dei loro primi fan agli esordi. I testi, infatti, non scavano troppo nel profondo e talvolta raggiungono l’apice del banale stereotipato, con tanto di rima baciata (“Tu” e “Occhi mossi” forse rappresentano i casi più esemplificativi, anche se questa tendenza è un po’ comune a tutti i pezzi) o del motivetto “filastroccheggiante” (“La Rana e il Topo”), ma d’altronde neanche nei lavori precedenti ci avevano abituati ad alti voli pindarici. Anzi, in questo, come nello stile musicale, bisogna riconoscergli una certa coerenza ostinata, che può indurre anche ad essere letta come una mancanza di stimoli verso qualcosa che sia altro. Rispetto a Cemento del 2013, come anche agli album precedenti, troviamo intensificata la vena melodica (come la ballata pop “Storia di una storia mai nata”), ma sempre miscelata a quelle venature ska inframmezzate qua e là (è questo lo stile che adottano nel cantare l’inno alla loro città natale in “Milano”) o agli outro rock posti in chiusura di alcune tracce, come “Buon compleanno a te” e “Luca”.

La più ritmata è certo “Chiaroscuro” brano che, insieme a “SMM”, strizza l’occhio al punk americano di fine secolo. Un discorso a parte invece è “Lenzuola bianche”, il più intimistico ed essenziale, interamente composto di voce e piano. Prima della fine con la versione in acustico di “Buon compleanno a te”, troviamo anche un’apertura più marcata verso le ritmicità indie con “Il tuo vestito”, brano che ricorda addirittura i Tre Allegri Ragazzi Morti di “Di che cosa parla veramente una canzone?”. E se fosse questo l’annuncio della tanto attesa svolta verso una possibile evoluzione musicale della band milanese? Nel vedere la copertina, così inequivocabilmente simile a quella di Aurora de I Cani, forse loro una risposta già ce l’hanno data.

01. Occhi mossi
02. Buon compleanno a te
03. Luca
04. Chiaroscuro
05. Storia di una storia mai nata
06. Il topo e la rana
07. Milano
08. Tu
09. Lenzuola bianche
10. SMM
11. Il tuo vestito
12. Buon compleanno a te (demo)

a cura di: Francesca Mastracci

6.0

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