Mitch and the Djed – Spanish blues

L’amore a volte fa male, ma nel caso dei Mitch and the Djed e soprattutto di Massimiliano Maffeis “Mitch” fa anche molto bene, da un’esperienza sentimentale travagliata e un lungo percorso nasce l’album d’esordio di questa band, “Spanish blues”, un lavoro composto da 13 pezzi che spaziano dal rock, al folk, al blues con inserimenti di generi più moderni.

Ragazzi giovani, originari di Brescia, affrontano generi e stili da grandi, quello dei cantautori impegnati, quelli del passato che fanno cantare ancora le generazioni attuali e lo fanno con stile e personalità, hanno creato un gioiellino di melodie, suoni e testi che possono piacere ad un pubblico ampio, senza scadere nel pop e nel commerciale.
Disco cantato in inglese, escludendo le due bonus tracks finali, “Feria de Malaga” e “Amor espanol”. Una band dal tono internazionale, difficile collocarli in Italia per lo stile e il sound. Scelta coraggiosa da tutti i punti di vista, ma il risultato dà ragione ai Mitch and the Djed. Alcuni li hanno accostati a Bob Dylan dei primi tempi, non mi permetto di azzardare un simile confronto, ma sicuramente ci sono molto indizi che fanno decisamente ben sperare in questi ragazzi. Sanno suonare, sanno comporre, l’album è bello, ben fatto, si ascolta con piacere, sono solo all’inizio, quindi hanno già fatto tantissimo.

L’album è pubblicato da (R)esisto, uscito a dicembre 2016, devono ancora uscire tante recensioni, ma saranno positive, da qualunque lato si voglia guardare questo lavoro il giudizio complessivo può rimanere solo positivo. Margini di miglioramento? Sicuro. Sono comunque umani e soggetti alla non perfezione, ma come partenza hanno fatto il botto. E’ un disco che farà piacere anche agli ascoltatori più esigenti.

01. Moon of my life
02. Song for a friend
03. Two thousand zero two
04. Star (she lives so far)
05. Town of the angels
06. Fair of Malaga
07. Leganes tryp
08. Alcohol woman
09. Spanish blues
10. Country love
11. Theme from la rambla
12. Feria de Malaga
13. Amor espanol

a cura di: Valentina Ferrari

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