Moderat Live Report

Moderat Live @ Alcatraz (Milano)
22 – 02 – 2014

L’unica data italiana dei Moderat è passata attraverso ogni sorta di vicissitudine. Prima il sold-out
immediato dello show inizialmente previsto ai Magazzini Generali.
Poi l’incidente in moto di Sascha
Ring
e lo slittamento di tutto il tour. La riprogrammazione della data e, per venire incontro ad una
richiesta inesauribile di biglietti, lo spostamento all’Alcatraz. Nuovo sold-out praticamente istantaneo e la
conseguenziale ricerca spasmodica di ticket divenuti quasi come reliquie da esibire sull’altare della musica
elettronica.
Il 22 di Febbraio a Milano non è un Sabato qualunque. Lo si capisce dalla muraglia umana che fronteggia
la facciata dell’Alcatraz. Una coda interminabile che costringerà molti dei presenti ad entrare solo a show
iniziato. Anche a causa di questo grande richiamo, perdiamo l’opening act Anstam, convinti che comunque
non mancherà occasione per rivederlo da queste parti.
Bastano pochi minuti per capire il perchè di tanto hype e frenesia dell’esserci a tutti i costi. Lo show
messo su dai tre tedeschi crea come una camera di decompressione in cui i movimenti sono rallentati,
accompagnati dalle vibrazioni che investono i corpi. Le melodie create hanno con il tempo assunto
caratteristiche talmente riconoscibili che si potrebbe tranquillamente parlare dei Moderat non più come
un side-project di Modeselektor ed Apparat ma come di un vero e proprio super-gruppo (così come se ne
creavano e disfacevano nella scena rock decenni fa).
Anche perchè, diciamocelo, l’accessibilità della musica
che ha trovato spazio specialmente sull’ultimo lavoro II esula da quanto tradizionalmente fatto conoscere al
pubblico dai due soggetti separati, più abituati a fasce di pubblico forse meno trasversali.
Il live si agita sul confine tra l’esibizione dal vivo ed un “normale” set di musica elettronica. E’ vero, si
potrebbe probabilmente chiudere gli occhi e non perdersi nulla, a parte i visuals che accompagnano i brani.
Ma non è forse questo il dilemma che colpisce chiunque assista ad uno show del genere? Eppure si ha
la sensazione di essere entrati in una sorta di incantesimo tenace, dove l’aria si fa spessa ed i suoni sono
una conversazione tra noi ed i nostri corpi. Incantesimo rotto solo da un imprevisto disguido tecnico su
Versions
, salvo poi re-impadronirsi di tutti con Bad Kingdom (presentata da Apparat come Get Lucky).

Scaletta studiata alla perfezione, capace di alternare con sapiente armonia gli strumentali ed i brani cantati.
Pop, ambient e techno si incrociano, mischiano ed allontanano in un flusso continuo di beat sinuosi e
coinvolgenti. Tutti, o quasi, i momenti salienti della discografia della super-band tedesca trovano spazio
nell’ora e mezza canonica di show. Da Milk a Rusty Nails, da New Error a No.22, fino ad arrivare alla
chiusura affidata a Therapy.
La durata dell’esibizione non accontenterà tutti. Ma del resto pur sempre di un concerto si tratta. Il
dilemma è sempre quello lì. Piuttosto ci si affretta all’uscita che c’è da prendere la metro e presenziare
all’aftershow.

Live Report a cura di Captain Eloi

 

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