Motorhead Live Report

Motorhead Live @ Alfa City Sound (Milano)
24 – 06 – 2014


Negli ultimi anni la news riguardanti tour e nuove uscite discografiche dei Motorhead sono state sempre
più spesso intervallate dai bollettini medici riguardanti il fondatore, frontman e simbolo della band. Avete
mai provato a digitare “Lemmy Kilmister” su Google? Non è un caso se il primo suggerimento offerto
combini il nome e cognome del musicista britannico con la parola “salute”. La data di oggi è, infatti, il
recupero di quella annullata (insieme al resto del tour europeo) lo scorso anno. Quando poi, nelle ore che
immediatamente precedono lo show, su Milano si scatena un temporale si teme per il peggio. Invece il
tempo passa, la pioggia cala di intensità ed il prato dell’Ippodromo si riempie di fan di ogni sorta.
Sono le 22 in punto quando la band fa il suo ingresso sul palco.
Alle loro spalle campeggia l’immortale logo
del trio, nella versione aggiornata che appare sulla copertina dell’ultimo lavoro Aftershock. La scaletta è
solida e collaudata. Nessuna sbavatura e compito svolto alla perfezione. Brani granitici e successi senza
tempo si susseguono uno dopo l’altro. In un paio di casi Phil Campbell e Mikkey Dee si producono in assoli
prolungati (splendido quello del batterista su Doctor Rock) che danno la possibilità a Lemmy di rifiatare.
Lost Woman Blues
è l’unico brano pescato dalla tracklist di Aftershock, ottima la riuscita di The Chase is
Better Than The Catch
, Going to Brazil e Killed by Death.
La durata dello show è giocoforza ridotta, nell’ora
(e qualcosa in più) di concerto è chiaro che non possano trovare spazio tanti dei brani della sconfinata
discografia del trio (nessun ripescaggio da Inferno, miglior lavoro degli anni ’00 per Lemmy e soci) . Non
bisogna però nascondersi dietro un dito ed aver paura di affermare che i Motorhead di oggi sembrino
suonare con il freno a mano tirato. Scordatevi gli show schiacciasassi di anni addietro. Quei tempi sono alle
spalle e Lemmy pare stia ormai facendo i conti con il proprio passato. Sia chiaro, la band inglese è ancora la
voce di riferimento per la sezione dell’enciclopedia musicale dedicata alla definizione di “power trio”, ma i
giri del motore si sono drasticamente ridotti (palese la differenza su Ace of Spades ed Overkill). Noi non ci
accodiamo ai coccodrilli giornalistici e ci auguriamo di veder campeggiare lo Snaggletooth sui palchi di tutto
il mondo per lungo tempo ancora. Perchè è ancora sempre un’emozione ascoltare quelle parole, poche ma
significative, all’inizio di ogni show: “We are Motorhead and we play Rock’n’roll”.

A cura di Captain Eloi

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