Paolo Spaccamonti e Paul Beauchamp – Torturatori

La fusione fra stili apparentemente così lontani riesce a creare un’atmosfera eterea, quasi inafferrabile, che funge da culla e allo stesso tempo come mezzo che permetto il viaggio. Che quest’innesto, fra due conoscitori delle chitarre, riuscisse bene solo perché conosciamo le singole qualità del combo non era poi così scontato. Non sempre la sommatoria fra pesi massimi garantisce un buon songwrting e uno spettacolo degno di essere partorito e mostrato.
Paolo Spaccamonti e Paul Beauchamp hanno fuso due mondi agli antipodi in un disco con due sole tracce che sono una sperimentazione, se volete anche una sorta di flirt fra due avversari che si scrutano con eleganza e ponderazione. Hanno imparato a conoscersi durante il tragitto probabilmente, ma che abbiano raggiunto insieme la stessa metà è palese.
Spaccamonti è un chitarrista, acustico, mentre Paul è un performer con a disposizione una serie di archi, basi elettroniche a iosa e droni di vario genere.

Nel lato A, se così si può dire, si assiste al suono armonico e sinuoso di Paolo inframezzato da Beauchamp, tappeto sonoro di questo viaggio immaginario e molto ossuto fra le immense distese americane.
Quello dei due musicisti è un dialogo continuo, uno scambio di vedute e un arricchimento acquisito dall’esplorazione di nuovi panorami su atmosfere livide che si fondono a suoni più densi e stridenti nelle sapienti dita di Paul.
Nel lato opposto troviamo qualcosa di più oscuro e profondo che non sembra avere nessuna fretta di andare al dunque.
Per quanto discutibile e soggettivo sembra di sentire fantasmi floydiani di Grantchester Meadows e Green Is The Colour ma affinando i padiglioni vedrete che qualche altro mostro vi apparirà in lontananza ma sempre vivido.

Stomaci forti ne abbiamo?

Tracklist:

  • White Side
  • Black side

 

A cura di: Vulver

7.7

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