The Cribs – Night Network

Strana cosa il karma; proprio nel momento in cui pensi che la tua carriera stia andando irrimediabilmente giù verso il baratro più profondo, eccolo che arriva ad intessere la sua rete salvifica nel bel mezzo della notte. E così, dalle ceneri di un passato che sembrava destinato a fagocitare il futuro, riparte una nuova storia interamente proiettata sul tempo presente, in tutte le sue sfaccettature. È questa, se la si volesse redigere, la genesi di Night Network, nuovo disco della band dei fratelli Jarman (gemelli Gary e Ryan Jarman e dal fratello minore Ross), altrimenti conosciuti come The Cribs, uscito lo scorso novembre via Sonic Blew / PIAS.

Dopo aver scoperto tre anni fa che, per via di una serie di inghippi legali, il loro vecchio managament aveva ottenuto la maggior parte dei diritti sulla loro discografia, i tre fratelli si erano ritrovati letteralmente sull’orlo di una crisi finanziaria che rischiava di mettere a repentaglio la loro carriera. Ed è stato esattamente a questo punto che è entrato in scena l’inaspettato eroe salvifico, che in questo caso ha avuto il ruolo di Dave Grohl, offrendo loro la possibilità di usufruire degli Studios 606 a Los Angeles di proprietà dei Foo Fighters. È vero anche che, se sei una band del calibro dei Cribs, il pretesto per risorgere non è che una questione di tempo, in fondo.

Inoltre, bisogna aggiungere che anche prima di Mr Grohl molti altri artisti avevano rivolto la loro attenzione verso il trio dello Yorkshire; giusto per citare dei nomi: Alex Kapranos dei Franz Ferdinand aveva prodotto Men’s Needs, Women’s Needs, Whatever, Johnny Marr partecipò a tutta la registrazione e promozione di Ignore The Ignorant del 2009 e Lee Ranaldo, che ha collaborato svariate volte con la band, torna a prestare le sue chitarre acide e le backing vocals anche in questo disco (in “I Don’t Know Who I Am”).

Si tratta pertanto di un disco di rinascita, l’ottavo sulla lunga durata nella loro carriera, che si impegna a voler segnare definitivamente la fine di un lungo periodo marcato da aspre controversie legali e prove discografiche non particolarmente rimarchevoli (il loro disco precedente 27-7 Rock Star Shit del 2017 non aveva ottenuto molti consensi, ndr). La traccia openersi intitola, non a caso, “Goodbye” ed è una sorta di saluto di benvenuto che i tre vogliono concedersi per l’avvio di quella che Ross ha definito “una nuova era”. Dal punto di vista sonoro, però, il disco è tutt’altro che espressione di un rinnovamento. Anzi, sembra quasi di trovarsi difronte ad una sorta di sospensione del sound, come se il tempo non fosse mai passato da quando intessevano per la prima volta agli inizi degli anni Zero quelle ritmiche impregnate fino al midollo di Brit rock dal sapore vagamente vintage. “Screaming in Suburbia” ad esempio potrebbe essere benissimo un b-side del loro primo disco omonimo.

Ma sebben stilisticamente il disco sia totalmente conforme con il resto della loro produzione, è possibile comunque rintracciarne una variegatura nelle modulazioni sonore tra gli effluvi di delay distorti e sferragliate acide che lo rende apprezzabile. Troviamo l’alt-rock dal sapore intercontinentale in pieno stile Strokes (“The Weather Speaks Your Name”, “Running Into You”); il pop super-pastoso e super-albionico (“Earl & Duke”, “Never Thought I’d Feel Again”, “She’s My Style”); per terminare infine con una chiusa che, probabilmente, rappresenta il momento più originale di tutto disco con le sue ritmiche discordanti, tra continui cambi di tempo, chitarre fuzzy dall’andamento indolente e singalong che fanno capolino tra gli arpeggi tintinnanti.

Infine, forse sì, Night Network non passerà alla storia per essere il disco più memorabile dei Cribs. Ma certamente una buon punto di ripartenza che si riscatta molto dignitosamente dalla prova del tempo che passa.

 

Tracklist:

  1. Goodbye
  2. Running Into You
  3. Screaming In Suburbia
  4. Never Thought I’d Feel Again
  5. Deep Infatuation
  6. I Don’t Know Who I Am (feat. Lee Ranaldo)
  7. She’s My Style
  8. Under The Bus Station Clock
  9. The Weather Speaks Your Name
  10. Siren Sing-Along
  11. Earl & Duke
  12. In The Neon Night

 

A cura di: Francesca Mastracci

7.0

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