The Rasmus – Dark Matters

Per coloro che non se li ricordassero, che suppongo siano la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, ma sopratutto per coloro cui il nome dice qualcosa di già sentito oltre che “9 mesi a Valencia stabilmente fatto”: i The Rasmus sono quegli pseudo metallari che se ne uscirono con Fa-Fa-Falling qualcosa come 15 anni fa e il cui frontman portava i capelli come Son Goku Super Sayan di 2 livello.

Li porta ancora così, nonostante sembrasse una pessima idea già 15 anni fa, e nonostante adesso sia più vicino ai 40 che ai 15.

L’acconciatura tuttavia non è l’unica cosa da quindicenni in piena fase depressivo-puberale: il disco stesso non mostra il minimo segno di maturazione, ne stilistica ne tematica. A livello musicale questo prodotto è nettamente a misura di infante, con musica serrata e qualche uscita elettro tamarra.
Ma sono sopratutto i testi a rendere indigeribile il disco. Mi domando come sia possibile a quasi 40 anni continuare a scrivere di “sentirsi uno 0”, “giorni neri vengono a trovarmi di nuovo” o altri, inflazionati, stereotipi di tipo adolescenziale.
Aggiungete poi la voce lagnosa, il ritmo terribilmente monotono che si alterna tra monotono lento e monotono urlato e avrete Dark Matters.

Se mi immagino fan della prima ora dei The Rasmus, magari ho un lavoro stabile, un’auto, una moglie e un mutuo, faccio perciò fatica a capire cosa dovrei trovare in questo disco. Se mi immagino un 15enne in piena fase depressivo puberale faccio fatica a capire come dovrei immedesimarmi in 4 quarantenni che hanno avuto la mia età quasi 4 lustri prima.

Insomma, faccio davvero fatica a capire a chi possa interessare ascoltare questo disco.

 

Tracklist:

1. Paradise
2. Something in the dark
3. Wonderman
4. Nothing
5. Empire
6. Crystalline
7. Black days
8. Silver night
9. Delirium
10. Dragons into dreams

 

A cura di: Pucc

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