The Sinatra’s – Nerves

Il nome della band e il look tipico da mafiosi gangster italo-americani con tanto di gessati e coppole potrebbe anche suggerire, a primo acchito, un tipo di musica dai contorni che sfumano verso lo swing americano di fine anni ’30, magari inspiratosi all’artista di cui portano il nome. Invece no, chi ha avuto modo di apprezzare The Sinatra’s con l’omonimo disco di esordio sa già che la loro musica, in realtà, è quanto di più distante si possa immaginare dal quadretto che i quattro vogliono rievocare. Nerves, il loro secondo album, uscito lo scorso 20 Novembre, scopre tutte le nervature più potenti e metalliche dell’hard rock creando un sound sferragliante, ma sempre e comunque stilizzato con un certa eleganza di fondo, anche quando chitarre e voce raggiungono la loro dimensione più ruvida.

Le dieci tracce che compongono l’album sono tutte caratterizzate da un suono intenso, che di tanto in tanto si concede anche dei rallentamenti, ma solo per marcare in modo più incisivo il contrasto con la forza pervasiva del resto dell’album. Già in fase di attacco “Landscapes” definisce bene i paesaggi che la band vuole immortalare con la presenza di chitarre aggressive e scream graffianti. I ritmi accelerano ma l’atmosfera si fa leggermente più cupa in brani come “It Came From the Sand” e “Night Drive”, in cui, tra vorticosi stop and go, si sente marcata la presenza della seconda voce nei cori ad intensificare ancor di più l’effetto strillato. C’è però anche la corposità dei riff di batteria, coronata da accattivanti tirature di basso, a tenere le redini in tutti i brani, ma in particolare in pezzi come “Useless Perspectives” o anche “Black Fedder”, amalgama ritmicamente caotico di graffi metallici.

Interessante anche la cover di “Helter Sketer” dei Beatles, letta in chiave più heavy metal, con rullanti che martellano e chitarre che si elettrizzano in distorsioni pungenti, estremizzando le caratteristiche che hanno fatto del brano una delle pietre miliari del genere. Inoltre, anche se a differenza del lavoro precedente, questo album è meno aperto alle contaminazioni con altri generi, tuttavia troviamo preziose screziature qua e là, come le virate che si dirigono verso l’hardcore punk in “Mare Magnum” oppure l’essenza romantica da rock ballad in “Shelter”, o infine la chiusa strumentale di “For the Lost” che, in cinque minuti disegna un cerchio costituito da piccoli vortici ferrosi che si aprono e chiudono in se stessi, lasciandosi andare nella parte finale in sessioni acustiche che terminano proprio come il brano si era aperto.
Un buon lavoro, dunque, caldo quanto intenso, che porta i Sinatra’s ad ergersi a pieno titolo come una delle band punta del genere hard and heavy nostrano.

01. Landscapes
02. It came from the sand
03. Useless perspectives
04. Nightdrive
05. Shelter
06. Black feeder
07. Helter skelter
08. Mare magnum
09. Sleeping giant
10. For the lost

a cura di: Francesca Mastracci

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