Todays Festival, nuove conferme

Todays Festival, nuove conferme

 

Dopo gli annunci dell’unica data italiana di M83, le leggende viventi The Jesus Andmary Chain, il regista e compositore John Carpenter per la prima volta al mondo, il ritorno live dei Soulwax ed i fuoriclasse italiani I Cani, ecco a voi una line up per un evento speciale sullo stesso palco e lo stesso giorno con i concerti unici italiani di Goat, Crystal Fighters, Local Natives, Brian Jonestown Massacre.

 

TODAYS
28.08.16 | sPAZIO211 open air
Via Cigna 211, Parco Sempione – Torino

 

Goat
Non vi è alcun legame diretto tra la misteriosa band psichedelica degli svedesi GOAT ed il venerato maestro argentino di realismo magico Jorge Luis Borges. Eppure la loro missione sembra essere lo stessa: Borges ha creato le sue idee attraverso curiosità storiche raccolte in tutto il globo (duelli di gauchos con coltelli sulle pianure del Sud America, eresiarchi mediorientali che pianificano tradimenti in biblioteche segrete, pirati cinesi che ingaggiano guerre contro l’imperatore), il suono dei GOAT è la manifestazione sonora di tutto ciò, come emerge nel loro album di debutto World Music, che mischia con grande personalità afrobeat nigeriano, krautrock tedesco, funk anatolica, fusion esotica e una miriade di micro-nicchie musicali da tutto il mondo, in un rito allucinatorio delle diverse manifestazioni del rock. La sperimentazione, il tribalismo elettrificato e le composizioni lisergiche di World Music hanno generato inevitabili domande e la verità è diventata ogni volta più intricata quando lo sfuggente collettivo forniva le sue criptiche risposte. Sul palco indossano maschere e costumi perché sanno perfettamente di essere riconosciuti in tutto il mondo non per l’aspetto ma per la musica che fanno, e le singole identità coinvolte nel progetto rimangono avvolte nel mistero: il portavoce della band sostiene che il gruppo è semplicemente un collettivo multi-generazionale di musicisti proveniente dalla comune svedese di Korpilombolo, paesello di 548 anime situato all’estremo nord del Circolo Polare Artico, incrocio di popolazione indigena dei Sami, di coloni scandinavi e di alcune rare infiltrazioni di gente di passaggio. Le canzoni dei GOAT sono la fermentazione di canti tradizionali e di un conglomerato di influenze esterne del secolo scorso. I GOAT non sono disposti a dire molto più di questo.
La segretezza dei singoli membri non permette di accertare o negare le affermazioni della band. E ‘quasi come se i GOAT stessero prendendo spunto dalla breve novella di Borges’ “Tlön”, in cui una enclave clandestina di intellettuali infiltrava le proprie ideologie eretiche nel pensiero comune attraverso un passato inventato; i GOAT vogliono rivitalizzare la musica rock sposando il concetto di tribale alla musica da dancefloor.
In definitiva, è la musica dei GOAT a parlare più di loro, e, sul loro secondo album Comune (Recordings Rocket, Sub Pop in USA & Stranded in Scandinavia), la band esplora nuovi territori fatti di groove acidi e percussivi, incantesimi ipnotici e serpentine linee di fiorite chitarre orientaleggianti. Comune ristabilisce il contatto con ritmi trance e con le fiammate esotiche di chitarra, scavando in territori più scuri e propulsivi. Dato il lessico e la scelta iconografica della band, sembra si stia tentando di proiettare il ritualismo pagano nei suoni evocati dal collettivo, ma la band afferma invece che l’album sia la ricerca di una spiritualità più universale.
“GOAT (la capra ndt) è soprattutto un simbolo di sacrificio. Sacrificare l’individuo per diventare un tutt’uno con il resto dell’umanità e dell’universo”, ha dichiarato un membro senza nome e in una rara intervista. “Parliamo spesso di come tutta la musica sia world music e di come tutte le altre distinzioni di genere siano superate. Tutto quello che puoi sentire è una vicinanza universale tra tutta la musica. La musica di qualche vecchio culto nel nord della Svezia potrebbe provenire da ovunque.”
E con questa filosofia GOAT suonano la loro musica fatta di incroci e misticismo e girano il mondo calcando i palchi dei miglior festival europei ed americani (Glastonbury, Coachella, Latitude Festival…), ospiti per una UNICA DATA ITALIANA a TODAYS, con un nuovo singolo appena pubblicato “I Sing In Silence” (Sub Pop), anticipatore di nuovo materiale in prossima uscita.
E mentre non vedremo mai le facce dei GOAT sulla copertina di una rivista patinata, i loro scongiuri inebrianti sono pronti a infiltrarsi nella nostra psiche collettiva con il magico fascino sovversivo di una favola di Borges. Assolutamente imperdibili!

Crystal Fighters
La band inglese formatasi in Spagna nel 2008 arriva in Italia dopo quasi due anni per un’unica data italiana a TODAYS, in attesa del loro nuovo album, successore dell’acclamato ‘Cave Rave’ uscito nel 2013 su Zirkulo / Different.
Il prodotto più peculiare e longevo del nu rave dei tardi anni duemila, avendolo reinventato in salsa etnica nei loro concerti, energici e coinvolgenti a dir poco. La scomparsa del loro batterista Andrea Marongiu a settembre 2014 è stato un duro colpo per il gruppo, ma la band, ritiratisi nelle colline basche, già ispirazione anche per il loro primo album Star Of Love, ha annunciato il proprio ritorno per il 2016.
Hanno registrato con il produttore Justin Meldal-Johnsen (Beck/Air/M83/Paramore) e qui le melodie presenti nel Paese Basco sono stati trasformate in ganci e le canzoni sono esplose in inni torreggianti.
Una band matura, le cui influenze musicali si sono ampliate e strutturate. I cuori battono di danze ispaniche e africane e la musica elettronica messicana ora siede accanto al folk e alla psichedelia. C’è ancora un’adrenalina potente, il fervore del punk, il sudore della disco e l’epica dell’american road rock, ma la band è ora molto più riflessiva, contemplativa,, trattando temi universali come l’amore, la morte, follia e la speranza, usando la cultura basca come un trampolino di lancio verso lo spirituale e il primordiale.
I Crystal Fighters esplorano la filosofia, l’antropologia, la spiritualità e la religione, una band decisa a creare un proprio paradiso musicale, un luogo al di là dei parametri di genere, dove tutto ciò che rimane, infine, è canto, ritmo e sentimento, esplosione di colori vivaci dal buio di una silenziosa notte basca. Lo stile del gruppo unisce suoni tipici della tradizione basca dove percussioni tribali e ritmi frenetici rendono i loro live incendiari
I Crystal Fighters si impongono di non fare semplici concerti bensì vere e proprie “performance artistiche” attraverso l’utilizzo di oggetti e strumenti non convenzionali come la txalaparta, strumento tipico basco.

Local Natives
A tre anni di distanza da Hummingbird, i Local Natives si preparano a far ritorno in Italia con un nuovo album. In uscita ad Agosto, l’album è stato anticipato dal bellissimo singolo Past Lives, appena pubblicato e presentato in anteprima durante un concerto a Los Angeles. Tra recensioni entusiastiche e spettacoli televisivi, Gorilla Manor, pubblicato nel 2009 e considerato Best New Music Debut Album, ha lanciato i Local Natives sulla scena mondiale, li ha visti headliner in tutta l’America e in Europa, supporter di band come Arcade Fire e The National, ospiti dei maggiori festival di tutto il mondo, con più di 100.000 copie vendute solo negli Stati Uniti.
Al termine di questa esperienza on the road, la band si è rifugiata in uno studio allestito in un bungalow abbandonato a Silverlake, dando loro la massima libertà nel provare e sperimentare. Quest’esperienza li ha condotti verso nuove sperimentazioni, sia strumentali
che sonore, presentando una tavolozza musicale più ampia, e sfidandoli a crescere. Da questo procedimento creativo nel 2013 nasce Hummingbird, secondo album in studio della band, prodotto da Aaron Dessner dei The National.
I brani sono fragili e potenti, ricchi e semplici, carichi di tensione e sicuri di sé. Biglietto da visita dell’album il brano You & I con batterie sintetiche, caldi organi e chitarre surfy, e la firma della band con altissime armonizzazioni. Dopo essersi esibiti nei più importanti festival europei ed internazionali, tra cui i prestigiosi SWSX, Coachella e Governors Ball, i Local Natives si preparano a far ritorno in Italia per una UNICA DATA ITALIANA in
esclusiva a TODAYS 2016.

Brian Jonestown Massacre
The Brian Jonestown Massacre, vero e proprio mito della musica alternativa americana e culto della neo-psichedelia in concerto a TODAYS!
Nati a San Francisco nel ’90, in omaggio al leggendario chitarrista dei Rolling Stones, i BJM ruotano attorno alla mitica figura di Anton Newcombe, vero e proprio guru della scena neo-psichedelica californiana. Anton è un talento tanto geniale quanto controverso: una vita folle che si tramuta in genialità musicale.
La storia del gruppo è partita dagli anni 90 e nel corso di quasi vent’anni di carriera ha ridefinito I canoni della ricerca rock attraverso la psichedelia, pubblicando album che hanno reso la band un vero e proprio culto nella scena alternativa mondiale.
Capaci di live shows selvaggi ed imprevedibili i BJM, a causa del carattere instabile del loro front-man, negli anni hanno ruotato oltre 60 musicisti, alcuni diventati molto famosi: nei BJM hanno suonato membri di Black Rebel Motorcycle Club, Warlocks e Dandy Warhols. Proprio grazie a questi ultimi i BJM hanno raggiunto il picco della loro popolarità, quando nel 2004 uscì il documentario Dig!, vincitore del Sundance Festival. Il film
documentava l’epopea dei due gruppi, i Dandy Warhols lanciati verso il successo mondiale e i BJM frenati nel loro imporsi alla ribalta del grande pubblico dalla “impossibilità di essere normale” di Newcombe e dal suo assoluto disinteresse per tutto ciò che non fosse inerente alla ricerca di ispirazione musicale. Dig! descriveva Newcombe come un “loser” votato all’autodistruzione e si concludeva con la scena del suo arresto dovuto all’aggressione ai danni di un fan durante un concerto. Il musicista, che non si riconosce nella figura descritta nel film, è recentemente diventato padre e continua la sua personale ricerca musicale che contempla la reinterpretazone di vari generi, dal rock al folk, passando attraverso la psichedelia dei sixties, circondato dalla stima e dal rispetto di critica, musicisti e di una vasta platea di fans sparsi ormai in tutto il mondo.

 

TODAYS è un progetto ambizioso alla ricerca di un “altrove” che porti ad esiti inediti, lontani dalla ripetitività e dalla prevedibilità. E’ musica, arte, energia che corre lungo le spine architettoniche della città e fermenta nella periferia urbana, protagonista di un’azione strategica di riqualificazione: un’area fertile e ricca di realtà culturali che offre il suo palcoscenico naturale come cornice per i tre giorni del festival.
TODAYS è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino.

 

TODAYS FESTIVAL 2016
Web | Facebook | Twitter | Instagram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *