Uncledog – Passion Obsession

Secondo album della band alternative-rock padovana Uncledog,Passion Obsession arriva a 5 anni di distanza dal primo lavoro in studio dal titolo Russian Roulette.

Un disco, verrebbe da dire quindi, piuttosto ragionato, maturato, dai cinque veneti. E tale sensazione sembra in particolare emergere da una certa cura nella scelta dei suoni che lo caratterizzano, nell’ordine deciso per lo scorrere dei brani lungo tutta la scaletta, nonché dalla resa attenta dei suoni stessi, all’interno dei singoli pezzi.

Un lavoro che tuttavia lascia anche un po’ l’amaro in bocca per un certo senso di “occasione mancata” che in qualche modo emana.

Il rock degli Uncledogè infatti sicuramente ben costruito e ben suonato, ma risulta un filo già sentito, un po’ troppo legato ad un mondo statunitense che ben conosciamo, ma che non ci appartiene davvero del tutto, come se mancasse quel coraggio sufficiente a dargli nuova linfa e un carattere personale. Appare inoltre, proprio per quest’ultima questione, un universo sonoro un poco datato, cosa che se da una parte costituisce una grande certezza, dall’altra fa scemare l’attenzione di un ascoltatore sempre più alla ricerca del nuovo, dell’inaspettato, del curioso.

Passion Obsessionquindi non delude certo, ma nemmeno sorprende o, ahimé, alla fine dei conti, appassiona, come il suo titolo invece farebbe venir voglia che accadesse.

Si tratta comunque di 10 tracce piacevoli che trovano i loro migliori momenti in Four Leaf Clover, che attrae grazie ad un attacco quasi funkeggiante e, senza lasciare scampo all’orecchio, incolla a sé grazie ad uno sviluppo rock’n’roll ammiccante, che ricorda un certo Miles Kane in particolare forma, con un’inconfondibile energia, capace di non subire cali fino al termine del brano. Ed Anything Else, ballata languida ma che non rinuncia comunque ad un ritmo deciso e ad una certa potenza, affidata in particolare al mezzo vocale, grazie alla quale la canzone riesce a risultare comunque suadente, senza tuttavia essere stucchevole.

Come spesso mi capita, dulcis in fundo arriva la menzione speciale all’art work di copertina, che in questo caso merita una lode specifica. Particolarmente comunicativo, forte ma ugualmente bello all’impatto con l’occhio, risulta il cuore che campeggia al centro dell’album cover e basta da solo a riempirla, tanto da imporsi prepotente alla vista; un cuore materico, così presente da proiettare ombra sul suolo posto sotto di sé, ma anche un cuore patchwork, reso tale da mille e più rotture e relative re-incollature, fragile, ma pur sempre compatto e vivido nel suo colore. Simbolico tanto quanto piacevole a vedersi.

Insomma gli elementi ci sono tutti, manca però quel non so che capace di rendere il tutto un po’ più unico, ma siamo fiduciosi e aspettiamo dunque il terzo capitolo.

 

Tracklist:

  1. O.E.K.E
  2. Let Me Dive
  3. Four Leaf Clover
  4. First Time
  5. Wow
  6. Take A Look
  7. Anything Else
  8. Blush
  9. Thoughtful
  10. Her

 

A cura di: Daniela Raffaldi

6.5

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