Uscirà a maggio per RareNoise l’esordio dei Three Layer Cake, nuovo progetto di Mike Watt dei Minutemen

L’isolamento sociale di quest’ultimo anno ha messo alla prova tutti ma è stato ovviamente molto limitante per i musicisti dediti all’improvvisazione, che hanno bisogno dell’interazione fisica personale. Ma il bassista Mike Watt, il batterista/percussionista Mike Pride e il chitarrista/banjoista Brandon Seabrook hanno costruito la loro carriera abbattendo le barriere tra i generi, quindi non hanno permesso che la pandemia impedisse lo svilupparsi di un nuovo progetto. Riuniti per la prima volta come Three-Layer Cake, questi tre artisti dall’inventiva vertiginosa hanno comunque creato a distanza una serie il loro debutto insieme, dal titolo “Stove Top” in uscita il 15 maggio per RareNoise Records. L’album sfugge le classificazioni nel miglio senso dell’espressione, mettendo insieme elementi di punk, free jazz, new music, no wave, doom metal, dub, avant-funk e vari sottogeneri di musica sperimentale. Questo non è sorprendente, date le credenziali coinvolte: Watt ha riscritto le regole del rock fin dai suoi giorni pionieristici con i Minutemen, attraverso il suo influente lavoro con i fIREHOSE, la sua carriera solista e il suo ultimo legame con Iggy e gli Stooges. Watt si è sempre riferito al punk non come a uno stile di musica ma come a un movimento, che comprende una gamma di esplorazioni molto più ampia di quella tipicamente associata a questa parola di quattro lettere. “Ho davvero superato quella merda di divisione in generi” spiega Watt senza mezzi termini. “Per me, la musica è musica. Il movimento non riguardava uno stile di capelli o i battiti al minuto. Era più uno stato d’animo. Quindi in un certo senso, quarant’anni dopo, volevo in qualche modo rappresentare questo”. I compagni più giovani di Watt incarnano questa lezione: Pride ha portato il suo drumming potente e avventuroso a lavorare con chiunque, dall’icona della musica improvvisata Anthony Braxton alle leggende punk Millions of Dead Cops (MDC), ha girato le arene aprendo per la comica Amy Schumer con i Locksmith Isidore di Jason Stein e ha attraversato il mondo del modern-jazz, dell’avant-rock, del noise e del death free jazz con i suoi ensemble – un elenco che include il quartetto jazz From Bacteria To Boys, l’installazione di 7 batteristi chiamata Drummer’s Corpse e il trio di piano I Hate Work. È anche co-leader degli ensemble Pulverize The Sound (con Peter Evans e Tim Dahl) e Period (con Charlie Looker e Chuck Bettis). Seabrook si è affermato come uno dei chitarristi più versatili della sua generazione, nonché un influente innovatore del banjo, descritto dal New York Times come “un uomo che sembra determinato a guadagnarsi il titolo di World’s Least Rustic Banjo Player”. Guida il trio Seabrook Power Plant, definito “un clusterfuck maniacale di spietata tortura del banjo” dal Village Voice, ed è stato chiamato da titani come Anthony Braxton, Nels Cline, Cecile McLorant Salvant, So Percussion, e Joey Arias per il suo stile, per il suo modo di suonare estremamente fisico e la sua impeccabile articolazione.

Three-Layer Cake è nato dalla partecipazione di Pride come ospite nel lungo show/podcast radiofonico di Watt, “The Watt From Pedro Show”. Come ricorda Pride, “Siamo andati subito d’accordo, così gli ho mandato un messaggio non appena abbiamo finito dicendo, ‘Ehi amico, è stato davvero bello. La tua energia è fantastica. Dovremmo provare a fare qualcosa qualche volta’. Pensavo che questo significasse tre anni, cinque anni, se fossimo stati entrambi nella stessa città. Ma lui ha risposto immediatamente e ha avuto subito un sacco di idee”. L’idea di base del progetto è racchiusa nel nome, che è arrivato a Watt completamente formato insieme al concetto stesso: Pride avrebbe registrato tracce di batteria e le avrebbe inviate a Watt, che avrebbe risposto con il basso. Come riassume Watt, “Ci sono un sacco di cose sbagliate su Internet, ma questa è una delle cose buone: invece di diffondere fake news puoi scambiare file”. Watt ha poi incaricato Pride di trovare il terzo strato. “Sapevo che Brandon era un grande fan di Watt e che porta con sé molto dell’ethos che Watt incarna”, continua Pride. “E Brandon è incredibile, così ho pensato che sarebbe stato musicalmente e karmicamente bello collegare queste due persone”. Il chitarrista è stato subito a bordo. “Ero eccitato”, dice Seabrook. “Ho scoperto i Minutemen al liceo e sono stati la mia pausa dal jazz e dal rock classico che avevo sempre ascoltato. Mi hanno anche insegnato termini come e ‘foist’ e ‘fascist’ che non ero abituato a sentire nelle canzoni dei Led Zeppelin o dei Black Sabbath”.

Pride crea un drone teso e raschiante per aprire l’album in “Beatified, Bedraggled and Bombed”, a cui Watt risponde con interiezioni di basso furtive, prima che il pezzo si apra sul ritmo clamoroso di Pride e il banjo tremolante di Seabrook. “Big Burner” esplode con un groove no wave, mentre “A Durable Quest” è un pezzo più furtivo, costruito sulle pennellate atmosferiche di Pride e sul basso sinuoso di Watt. Seabrook ha dato forma alla spaziosa e sfuggente “Shepherds”, che brilla grazie il luccicante glockenspiel di Pride. La vorticosa chitarra inversa di Seabrook aggiunge una foschia psichedelica a “Tiller”, un mélange erratico con le giocose melodie della marimba di Pride, il crunch distorto del metallo e le ipnotiche corse del banjo. “Primary Fuel” alterna blistering licks blues e archi scintillanti sopra il groove dub di Watt, mentre “Luminous Range – Anxious Valve” costruisce escursioni free jazz su un funk angolare. L’intricata linea di basso di Watt è stata il primo strato della finale “Ballad of the Gobsmacked”, che Pride ha poi trascritto e sviluppato fino a trasformarlo in un rullo compressore.

Tutti i membri del trio sono stati entusiasti della gamma di territori esplorati “La musica, l’energia e l’etica di vita di Watt sono super importanti per persone come me e Brandon”, dice Pride. “Quindi riunirci tutti insieme è stato davvero entusiasmante. Amo il fatto che questo disco sia improvvisato ma che ci siano anche parti scritte e complesse e che tutto suoni come la musica di una rock band e non come quella di jazzisti che si mettono il vestito rock. Rispecchia ognuno di noi e c’è una moderna fusione di stili”. “Watt è un musicista molto aperto”, aggiunge Seabrook. “Conoscendo la sua storia, penso che questo album rientri nel canone di Watt, pur essendo diverso da qualsiasi altra cosa di cui abbia fatto parte. Lavoriamo bene insieme, sperimentando diversi suoni e adottando diversi approcci. E avendolo registrato a casa, abbiamo avuto molto tempo per provare le cose”. Infine, Watt ha descritto la collaborazione da remoto come una risposta ideale alle restrizioni imposte dai lockdown: “Questo disco è una traccia positiva di questo periodo” dice. “Quando lo ascolterò mi guarderò indietro e non sarà solo una brutta storia di lontananza, isolamento e mascherine”.

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