
40. Non anni, non canzoni, non concerti. 40 cazzo di Album! Ditemi voi quanti artisti possono vantare una vitalità del genere a 73 anni.. io ne ho in mente solo uno, Sir Tutti Muti Van Morrison.
Partiamo da due o tre presupposti: George era il ganzo sballato che cantava Brown Eyed Girl e Gloria con i Them, una voce che graffia il cuore come una bottiglia di whisky bevuta al vetro. Pochi anni dopo, nel 1969, esce con Astral Weeks, disco che riesce a coniugare l’animo folk irish con la fluidità del blues creando un solco netto tra ciò che veniva prima e ciò che è venuto dopo. Non soddisfatto, l’anno successivo esce con Moondance, ancor più ispirato e fresco nei suoi caratteri innovativi, il cui lato A venne definito il più perfetto della storia del Rock.
Ecco, ora possiamo parlare di The Prophet Speaks, la seconda uscita del Maestro per il 2018. Un lavoro intriso di Jazz bianco, liquido ed angolare allo stesso tempo, solido e puntuale come un orologio al quarzo. Van reinterpreta alcuni classici del blues come Dimple di Hooker o Gotta Get You Off My Mind di Salomon Burke, e li miscela in scaletta con scritture di suo pugno, mantenendo una unità formale impeccabile. Ain’t Gonna Moan No More sembra scritta da un ragazzotto di strada con una chitarrina da due sterline, che per tenere duro si fa forza ammirando gli artisti che lo hanno ispirato, ripetendosi che la vita è come te la crei tu, e che non si lamenterà più per la sua che in fondo, altro non è che merda. Ma lo sa che non è così, che la vita in realtà ti divora, fa schifo e ti delude costantemente. Per questo suoni blues… per rendere tutto più sopportabile.
La band collaudata con De Francisco all’organo e Dan Wilson alla chitarra danno quel tocco Jazz da club fumoso che ormai è marchio di fabbrica, mentre Van The Man alterna la sua voce ancora brillante tra sax e armonica con la consueta grande classe. Tutto gira come deve, ma tutti lo sanno che è un duro lavoro, da non dormirci la notte.
“Quando un profeta parla, quasi nessuno ascolta. Quando un profeta parla, e nessuno sente, solo quelli che hanno orecchie per ascoltare, che hanno orecchie allenate lo sentono parlare” questa è la title track che racchiude il senso di tutto il disco, una ballata trascinata con una chitarra che tesse ricami gitani, mentre la voce che non riesce a nascondere il dolore vissuto per davvero, canta. Ma canta davvero, mica con Autotune, con tutte le fragilità e le grandezze di un tra i più grandi artisti di tutti i tempi, che ci ha regalato capolavori in passato e che dopo un lungo periodo anonimo, riscopre in tarda età il piacere di fare musica.
The Prophet Speaks è un disco per i fan, nulla di paragonabile alla grandezza creativa del 1970 dell’artista, ma sicuramente un lavoro prezioso, elegante e rigoroso. Un disco di Van Morrison. Da ascoltare in una notte insonne d’inverno.
Tracklist:
- I’m gonna send you back to where I get you from
- Dimple
- Got to go where love is
- Laughing and Clowning
- Am Greenwich Meantime
- Got to get you off my mind
- Teardrops
- I love the life I live
- Worried Blues/Rollin and Tumbling
- Ain’t gonna Moan no more
- Love is a five letter word
- Love is Hard work
- Spirit will provide
- The Prophet speaks
A cura di: Fabio Gallarati
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