Voodoo – The Human Eater Turbine

“The Human Eater Turbine” è il secondo album dei Voodoo, rock band italiana di Casale Monferrato, ed è uscito il 19 Febbraio 2015.
Quella che si percepisce ascoltando il disco è una grande passione provata dal trio per il rock classico e progressivo anni 70 e per il grunge anni 90.
Ma solo questo purtroppo. Nonostante i tre ragazzi siano abili musicisti ciò che mina la loro forza è proprio questo ancorarsi al genere preferito, cosa caratteristica dell’attuale epoca musicale dove si cerca di imitare i propri idoli o si ricerca quel genere specifico.

Non penso che i Led Zeppelin o i Pearl Jam si siano formati dicendo: “Facciamo questo genere, suoniamo in questo modo”, quello che questi ma anche altri gruppi storici han fatto è stato cercare la propria strada attraverso i mezzi che avevano a disposizione, ed è lì che si percepisce la vera passione per la musica. Per esperienza peronale confermo che l’atteggiamento che hanno oggi molti ragazzi nel momento in cui  vogliono mettersi assieme per fare musica è: “Hei! Facciamo un gruppo neopsychedelicfunkgothicfusionjazz rock!” oppure “Hei! Facciamo un gruppo stile – nome di una band a caso – !”. Da sempre esiste l’imitazione: c’erano una volta quattro ragazzi inglesi che volevano fare i Beatles e invece sono diventati i Black Sabbath. Oggi questo è impossibile dal momento che grazie a internet si può avere accesso a lezioni di strumento, musica in streaming, video corsi, concerti e tanta informazione sulla storia della musica. Tutti hanno lo stesso standard di musica e tutti hanno a disposizione gli stessi mezzi.
E questo piuttosto che essere un mezzo a favore della creatività ci ha resi più pigri insegandoci che la musica è quella e va fatta così. In realtà è ciò che percepiamo noi, le prerogative per la musica del futuro ci sono tutte,ma si rifugge, in questo caso, nelle solite chitarre distorte, nei suoni simil-hammond, nei fastidiosissimi “uo uo”.
Perchè è difficile pensare che ci possa essere qualcosa di diverso da ciò che è così da molto tempo, è lo stesso motivo percui esiste ancora un modello capitalista imperante.
Capitalismo criticato nei testi dei Voodoo, ma che nel contesto sembrano quasi uno standard da rispettare per rientrare nello stereotipo rocker=ribelle più che una presa di posizione.
Ovvio parlo di impressioni personali, non conosco i ragazzi e non so cosa ascoltano o a cosa pensano scrivendo i testi, so solo che l’unica cosa che non è Seventies in questo album è proprio l’atteggiamento, inteso come voglia di cambiare le cose con forza, grinta e tanta ispirazione. Un disco qualsiasi destinato a cadere nel dimenticatio molto presto senza
aver lasciato nulla a chi lo ha ascoltato se non hai ragazzi che, purtroppo per loro, ci hanno davvero creduto mentre lo scrivevano e regitravano.

Per carità si può sempre fare musica per divertimento, non penso che a questi ragazzi non piaccia quello che suonano e finchè ragionano in quest’ottica va benissimo ma non possono pretendere di più se non diventare un gruppo hard rock nostalgico nel mondo dei gruppi hard rock nostalgici.
“Il mondo no ha più bisogno di dischi qualsiasi ma di dischi che abbiano una ragione di esistere” David Sylvian.

01. The Human Eater Turbine
02. When You Where a Kid
03. His Sorrow
04. Hurt Ourselves Inside
05. The Invisible Boy
06. Over The Red Fields
07. Moonlight
08. The Place
09. Cannibals

 

Recensione a cura di: Cornelius

3.0

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