Atavist – III: Absolution

Un ritorno che in pochi si aspettavano, o perlomeno non secondo tali parametri di intensità, a tratti trascendentale, quasi escatologica. Si intitola infatti III: Absolution il primo disco post-reunion del quartetto death/doombritannico Atavist, che segna ufficialmente il loro ritorno sulle scene.

Dopo un esordio omonimo nel 2006 che li aveva fatti notare da tutti gli amanti del genere per la potenza espressiva fitta di atmosfere desolanti in stile sludgee sgranature doom, cariche di funeree catarsi distese su punte dronedavvero interessanti. Il secondo capitolo (II: Ruined), giunto a distanza di soli due anni, varcava stilisticamente i medesimi scenari, presentando un’ulteriore cura nei dettagli riguardo le modulazioni compositive con cui si ripartiva la scaletta (pezzi più brevi e calibrati, con episodi spalmati lungo un maggior numero di tracce). Dopodiché il vuoto più totale fino a tre anni fa, quando annunciavano la nuova formazione con un cambio di etichetta e la promessa che sarebbero tornati presto. Sono trascorsi altri tre anni da allora, ma a fine giugno spiazzano tutti con III: Absolution (via Candlelight e Spinefarm Records), terzo capitolo di una saga retrospettivamente iniziata con Atavist del 2006 la cui storia è tutta mirata al momento finale di un’assoluzione che arriva, sì, ma senza mai troppo gaudio.

Gli ingredienti tornano tutti: il senso di vacuità desolata, l’ombrosità densa che intarsia i paesaggi e viene filtrata da un sentimento di angoscia ossessiva ricorrente; e poi i riff dilatati all’inverosimile, i cupi e solenni giri di basso che si scontrano con i growlesasperati e, infine, quei retaggi metal che tirano le fila, tra finiture sludgee partiture doom. Che siano passati quattordici anni dal primo disco, però, lo si sente eccome. Il sound risulta, infatti, più composito che mai, con la presenza di archi che contribuiscono a rendere l’atmosfera oltremodo perturbante e suggestiva, pregna di magnetismi letali e sublimi.

Una colonna sonora nell’elaborazione del lutto e della perdita come momenti fondanti dell’espiazione umana, passando attraverso il bisogno di rinascere.  Una chicca per gli appassionati del genere!

 

Tracklist:

  1. Loss
  2. Struggle
  3. Self-Realisation
  4. Absolution

 

A cura di: Francesca Mastracci

7.0

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