Esordio sulla lunga durata per il gruppo bolognese Devil Crusade. Si intitola Mental Breach, gioco di parole che fa perno sull’omofonia con ‘mental break’ (esaurimento nervoso, ndr), ed è il proseguimento naturale di un percorso che dal 2014 li ha portati ad avvicinarsi in maniera sempre più strutturata verso sonorità improntante sul death/thrash metal di matrice ottantiana-novantiana. Uscito lo scorso gennaio, sotto l’egida di Roberto Priori alla produzione, il disco si compone di otto tracce che sono otto lunghi capitoli di una storia che narra il macabro e l’osceno.
Tra le referencedi cui si nutreMental Breach, le quali spiccano in maniera evidente già dal primo ascolto, non manca di rintracciare band come i primi Slayer o i Megabeth tra gli sferzanti riff di chitarra, le ritmiche super serrate e i violenti midtempo lanciati come contrappunto alle articolazioni di vorticose e poderose cavalcate heavy-metal (spiccano a tal proposito pezzi come la titletrack, “Wild Hunt” o il distico conclusivo composto da “Veni Vidi Killing” e “Undefiled”) . Si ritrovano, inoltre, anche passaggi che rievocano vagamente i System Of A Down delle prove più efferate (vedere, ad esempio, “Bonobo’s Nightmares” o “Executioner”, con le sue atmosfere black, a tratti doom).
Dal punto di vista esecutivo e compositivo, tuttavia, si riscontra la loro acerbità soprattutto per quanto riguarda la ridondanza di talune scelte stilistiche che risultano oltremodo desunte e mutuate da un contesto heavy metaltroppo preponderante per poterne riconoscere punti di originalità e distacco. La voce del cantante si muove con difficoltà tra clean e growl semi-aggressivo.
Hanno ancora molta strada da fare per costruire una loro propria riconoscibilità identitaria. Ma la carica c’è tutta e la propositività anche sembra esserci. Attendiamo.
Tracklist:
- Mental Breach
- Raperiest
- Wild Hunt
- Search & Incinerate
- Executioner
- Bonobo’s Nightmares
- Veni Vidi Killing
- Undefiled
A cura di: Francesca Mastracci
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