Leonard Cohen, “Thanks For The Dance”

Il 22 novembre esce “Thanks for the Dance”, album postumo di LEONARD COHEN, realizzato grazie all’impegno e alla passione del figlio Adam, con la collaborazione di illustri amici e colleghi che hanno lavorato con Leonard negli anni. “Thanks for the Dance” non è una raccolta commemorativa di B sides e di tracce scartate, ma un vero e proprio disco che esce a sorpresa, composto da nuove canzoni, eccitanti e vitali, la reale continuazione del lavoro del Maestro.

 

Dichiarazioni di Adam Cohen alla BBC

“È difficile per me parlare di questo, sto per dire una cosa che vi suonerà strana. Vi confesso una cosa che solo chi ha perso i genitori può capire. La verità è che continuiamo a vivere con loro. Sei / sette mesi dopo la morte volevo stare ancora con lui. Lo vedo nei miei sogni e non sono sogni confortanti. È come se il mondo credesse che Leonard Cohen fosse morto ma io sapessi che non è vero! Stare con lui è così, come quello che ti succede quando ascolti una canzone e la sua voce ti copre, densa e calda, come una coperta”

“Leonard Cohen era un uomo sempre molto impegnato a completare testi e canzoni, tanto che se uscivi a cena con lui probabilmente ti parlava di un testo a cui stava lavorando, crescendo ha sempre cercato di insegnarmi questo metodo, di portarmi dentro a questo lavoro, eravamo due uomini nel business musicale, si consultava con me e alla fine sono diventato molto vicino al suo processo creativo, alla sua devozione e disciplina per questo lavoro”

“L’ultimo album era più serio e oscuro, questo nuovo gruppo di canzoni invece ha un lato molto romantico e gentile. Aveva l’intenzione di finire queste canzoni ma non appartenevano allo stesso corpo di lavoro. Ecco perché questo non è il solito album postumo: queste canzoni sono estremamente vive, l’unico motivo per cui non erano state finite è perché non avevano la stessa gravità e oscurità di quelle incluse in “You Want It Darker”, sono state composte insieme ma sono nate per offrire una natura più romantica e poetica e non rientrano nell’oscurità che lo ha contraddistinto”

“Molti lo hanno paragonato a Dylan, avevano due modi di comporre musica totalmente diversi, Dylan era velocissimo componeva delle meraviglie di getto, mio padre era l’opposto: creare un brano era come lavorare il marmo, impiegava tantissimo tempo e guardava tutti i dettagli. C’è proprio una differenza nel processo creativo”

“Non avevo nulla, solo le parti vocali. Quando mio padre è morto ci sono voluti 7 mesi per prendere coraggio, andare nel mio garage e iniziare a riunire il gruppo di lavoro, velocemente abbiamo creato la musica per queste canzoni di cui avevamo i testi ma pochissima parte melodica, abbiamo iniziato a pensare a  come poter tenere in vita queste canzoni, a riportarlo con noi, c’è venuto spontaneo riutilizzare delle tecniche musicali che negli anni lo hanno contraddistinto; in questo modo il pubblico sarebbe riuscito a fare un vero e proprio viaggio attraverso la musica di Leonard Cohen, mi sembrava di chiacchierare costantemente con mio padre e di chiedergli la sua”

 

Dichiarazione di Adam Cohen
al quotidiano israeliano Yediot Aharonot

“Non ci saranno altri album dopo “Thanks For The Dance, questo è tutto. Quando un grande artista muore si cerca ogni minimo frammento, scarabocchio da svendere al pubblico, non in questo caso, non ci sarà nient’altro”

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