Live Report Metallica

Live Report

Metallica + Machine Head + Gojira @ Stadio Friuli
Udine, 12/05/2012

Come diceva il buon Bruno Pizzul: “Piacevole brezza allo stadio Friuli di Udine”, ed è proprio ciò che ci attende arrivando nella location designata per questa unica data italiana dei Four Horsemen: l’occasione è l’anniversario di pubblicazione del famoso “Black album”, che staserà verrà riproposto intero.
Continua ad aggiungersi gente a quella già in attesa per l’apertura dei cancelli, quando salgono sul palco i Gojira, la formidabile band francese guidata dai fratelli Joe e Mario Duplantier (rispettivamente alla voce/sei corde e dietro alle pelli) che a causa di un ritardo del tour bus non riesce a fare il soundcheck, quindi bando alle ciance, inseriscono i jack negli strumenti e si parte; i transalpini non si risparmiano di certo e attaccano subito con “Oroborus”, cercano di coinvolgere il pubblico che, nonostante il suono un po’ confuso –una pecca che evita di apprezzare le evoluzioni dei Nostri e il drumming poderoso e preciso di Mario-, dimostra di apprezzare. Joe corre sulle passerelle davanti al palco e per tutti e 5 i pezzi della setlist (“Backbone”, sempre stupenda, e una “Flying whales” in chiusura) dimostra ulteriormente che questi ragazzacci ci sanno fare e si meriterebbero un tour da headliners, cosa che speriamo avvenga in occasione della pubblicazione del loro nuovo CD “L’enfant sauvage”, prevista per fine giugno. Promossi, sicuramente, ma speriamo in un soundcheck migliore (o, per meglio dire, “pervenuto”, la prossima volta.

E’ il turno della band capitanata di Robb Flynn. I Machine Head irrompono sul palco con l’intro del loro ultimo disco “Unto the locust”, apprezzato da tante persone, compresi parecchi fan che sembrano essere qui anche per loro oggi; di certo questa band non si risparmia nei live, sia dal punto di vista del numero di presenze in Italia che, specialmente, per l’intensità e soprattutto i volumi. I volumi sviluppati da Flynn, Demmel, Duce e McClain sono spaventosi e tendono a volte a impastarsi e a far scomparire la voce dietro tonnellate di decibel: ma si sa che loro sono così quindi alla fine fa parte dello show e ai tanti fan va bene questa filosofia di stare sul palco. Così come sull’ultimo CD, l’intro è parte della potente “I am hell”, che coinvolge tutti i presenti in un generale headbanging, che prosegue con le granitiche “Be still and know” e “Imperium”, trascinandoci in un vortice di violenza che sbriciola i timpani ma carica gli animi; l’ora a disposizione dei Machine Head passa velocemente, con il gruppo che privilegia l’ultima pubblicazione suonando anche “Locust” e “Who we are” (quest’ultima introdotta dal coro di bambini, registrato). Un’ottima prestazione, tecnicamente e dal punto di vista della carica, che non vede, ahimè, la presenza del super-metal-hit “Davidian”, tratta dal loro primo album; pazienza, tanto ci rivedremo presto!

Si spengono le luci e parte “It’s a long way to the top (if you wanna rock ‘n’ roll)” degli ACDC: esplode la folla di uno stadio strapieno per lo show dei Metallica e a ruota, sugli schermi laterali, si vedono le immagini tratte da “Il buono, il brutto e il cattivo” supportate dalle note di “The ecstasy of gold” del Maestro Ennio Morricone; arrivano anche i ‘Tallica che partono subito in quarta con “Hit the lights”. Cavoli, che inizio! Il suono c’è e la potenza dei watt viene lasciata libera senza comunque che ciò vada ad influire in maniera negativa sui suoni, ben regolati e distinti; posizione d’onore sul palco per Lars Ulrich, spesso immortalato anche dalle telecamere vicine alla batteria, che si alterna sui megaschermi al faccione di James Hetfield, in abbigliamento primi anni ’80 grazie a una giacca di jeans piena di toppe di quei gruppi che ci hanno accompagnato per tanti anni nella nostra crescita e fame di musica metal (ma, chissà perchè, mancano quelle di Megadeth e Iron Maiden…). La seconda esca lanciata ad un pubblico adorante è l’eterna “Master of puppets”, cantata da tutto il pubblico: anche qui la resa sonora non fa che esaltare un pezzo che, nonostante gli anni, è sempre attuale… Qualche errore di Lars e sbavatura di Kirk Hammett (invero piuttosto timido, a parte qualche camminata sulle propaggini del palco) accompagneranno la scaletta di stasera ma non si può avere tutto e al pubblico va bene così… “For whom the bell tolls” viene messa fra “Fuel” e “Hell and back”, facendoci notare con nostalgia che comunque i quattro di San Francisco erano altra cosa agli esordi rispetto agli ultimi album un pochino sottotono. Un filmato introduttivo ci fa vedere cosa è successo quando è stato registrato e messo in vendita il black album: la temperatura del “Friuli” sale e i Metallica cominciano a riproporre questa pietra angolare del metal ma lo fanno al suonando la tracklist al contrario… Non importa, l’album è bello da ogni punto di vista e, specialmente sui pezzi più famosi, si sente una simbiosi fra il pubblico e i musicisti che fa veramente piacere (vedi “Nothing else matters” e “The unforgiven”, ma anche la marziale “Don’t tread on me”); la voce di James regge (tranne che sulla seconda parte di “The unforgiven”) e –come detto prima- , nonostante qualche sbavatura in fase strumentale, lo show è di quelli coi fiocchi, complici anche le mosse di Robert Trujillo, ottimo interprete di un ruolo che sembrava non essergli cucito addosso (colpa forse dell’abbigliamento non proprio ortodosso per il metallaro medio?), se paragonato con la relativa sobrietà stilistica di Jason Newsted. Siamo quasi agli sgoccioli e l’accoppiata formata da “Sad but true” e “Enter sandman” chiude coi botti (e non solo in senso figurato), la parentesi dedicata al Black Album.
Ma c’è tempo anche per i bis, rappresentati da una triade composta da “Battery”, “One” e “Seek and destroy” (toccante, ovviamente, la canzone centrale, fra effetti laser, esplosioni e luci).

I Metallica ringraziano il pubblico italiano, che soddisfatto e carico esce pian piano dallo stadio, lasciandosi alle spalle una bellissima giornata all’insegna di un happening che sarà rimpianto da chi non c’era.
E’ tutto molto bello”, avrebbe detto Bruno Pizzul… E così è stato!

Setlists:

GOJIRA
Oroborus
The heaviest matter of the universe
Backbone
Love
Flying whales

MACHINE HEAD
I am hell (Sonata in C#)
Be still and know
Imperium
Beautiful mourning
Locust
Darkness within
Who we are
Halo

METALLICA
Hit the lights
Master of puppets
Fuel
For whom the bell tolls
Hell and back
The struggle within
My friend of misery
The god that failed
Of wolf and man
Nothing else matters
Through the never
Don’t tread on me
Wherever I may roam
The unforgiven
Holier than thou
Sad but true
Enter sandman
Battey
One
Seek and destroy

a cura di meskio
un ringraziamento a Rosario @ Live Nation

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