Live Report High Flying Birds

Noel Gallagher’s High Flying Birds

Live @ Fabrique (Milano)

14–03-2015

Essere una delle icone musicali degli anni ’90 non deve essere facile.
Se poi lo si è in quanto membro di una delle rock-band più importanti degli ultimi 30 anni, riproporsi in veste solista rappresenta con ogni probabilità una di quelle strade accidentate che si possono percorrere solo se si hanno le spalle larghe. E le spalle, Noel Gallagher, ha dimostrato in più occasioni di averle abbastanza larghe, superando lo scioglimento degli Oasis e dando vita ad un progetto musicale di tutto rispetto. Seppur non etichettato ufficialmente come solo, gli High Flying Birds sono chiaramente “The Chief” e nessun altro. E’ giustamente lecito pensare che, chiunque assista ad un live di Noel Gallagher, lo faccia in prima battuta per il carico emotivo generato dalla storia degli Oasis. Lecito ma quantomeno parziale, perché l’apprezzamento per la fase post-Oasis di Noel appare piuttosto genuino e generalizzato. The Chief arriva in Italia subito a ridosso dell’uscita del secondo album,Chasing Yesterday. Occasione per chi non aveva avuto la possibilità di vederlo nel 2011 e per tastare la resa live dei nuovi brani. Noel Gallagher non si smentisce riguardo a sfacciataggine e autostima quando, alle 21 in punto, apre il set con la b-side Do The Damage, brano tutto sommato asfittico e insapore. Si passa poi velocemente agli estratti del primo, omonimo, lavoro: (Stranded on) The Wrong Beach ed una bellissima Everybody’s On The Run, che fanno da apripista al primo recupero “Oasisiano”, Fade away. Le prime battute aiutano già a farsi un’idea piuttosto precisa della struttura dello spettacolo: mix tra i brani del primo e del secondo disco con alcuni spazi riservati a puri momenti di revival. Una miscela forse prevedibile ma che sicuramente riesce a sortire il suo effetto. I brani di Chasing Yesterday si vestono di un abito più rock e graffiante rispetto a quanto ascoltato sull’album. E’ il caso, ad esempio, di Riverman e Lock All The Doors. I cori del pubblico su Dream On e The Death Of You And Me si avvicinano a quelli da ugola in fiamme di Champagne Supernova, segno di come The Chief in fondo abbia fatto colpo, eccome, nella recente carriera solistica. Gli sbiascichi di Liam ci mancano un po’ quando parte Digsy’s Dinner, inaspettata e per questo ancor più apprezzata. E’ questo l’attimo in cui, forse, ci sembra tornare alla prima metà dei ’90, quando il nostro mondo di giovanotti di provincia veniva scosso da Definitely Maybe. Il tutto è una cavalcata rodata e sapiente, in cui Noel si concede il tempo per un paio di battute e per criticare la posizione fuori mano del locale dove si tiene lo show. Una cavalcata che porta dritto al trittico finale che chiude lo show: Don’t Look Back in Anger – AKA…What a Life! – The Masterplan. 3 a 0 e arrivederci al prossimo incontro. Tra l’altro già annunciato per Luglio. Tutti a casa, comprese le orde anglosassoni che non sai da dove siano saltati fuori in cos’ tanti e così all’improvviso. Lo rifarei? Almeno altre cento volte.

A cura di Captain Eloi

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