Sho – Nature gives you Beer and Wine

Gli Sho sono una band instrumental core nata nel 2015 a Cascina Broggio (Va), composta da soli 3 componenti: Dario Magri alla batteria, Luca Sabatini al basso, Francesco Viero alla chitarra. Esordiscono con il loro primo lavoro, un album di 10 brani prodotto da Professional Punkers, “Nature gives you Beer and Wine”, un richiamo che porta verso la semplicità, alla naturalezza e al modo in cui gli piace fare musica. La durata dei brani è estremamente diversa, senza una continuità, si passa da un brano di meno di due minuti ad un brano che sfiora gli 8 minuti. Il filo conduttore è la velocità e la potenza che emergono da tutti i pezzi, incisivi e cattivi senza essere esagerati, musica costruita con la testa e in modo complesso, con variazioni e stacchi che rendono i brani particolari e ricordabili senza scadere nel commerciale. Un disco che nei significati ricorda molto la protesta e l’anarchia punk, con melodie post punk, senza parole in due sensi: per l’impressione positiva che si riceve ascoltando questo disco e perché i testi sono brevi. Messaggi che non arrivano in modo diretto, ma che impreziosiscono il complesso di queste 10 canzoni. La canzone che vi farà innamorare di questo lavoro è “Mombello”, la voce narrante è quella di un bulgaro che ha vissuto insieme ad altri una parte della sua vita chiuso nell’ex ospedale psichiatrico, perdendo la sua identità, la rabbia, la frustrazione, l’impotenza e la vera malattia mentale (non quella dei malati, ma di chi li ha rinchiusi) emerge in modo prepotente e vivo. Altra canzone molto particolare è “Km 32”, dedicata a Carlo Airoldi, nato a Cascina Broggio come gli Sho, un outsider strepitoso che deve avere decisamente ispirato questi ragazzi, anche loro outsider di talento e che vi terranno incollati all’ascolto del loro disco. Anche la copertina del disco è dedicata a Carlo Airoldi. Forse la più importante delle canzoni è “La Resistenza” che contiene la testimonianza di un partigiano fiorentino ancora vivo, Silvano Sarti. Insomma, un album poco cantato, ma che ha dei “featuring” di livello e profondità. Non posso dare 10, non posso solo perché la perfezione non esiste, ma questi ragazzi ci sono andati molto vicini con un delicato equilibrio tra musica e significati, hanno registrato con il basso più vivido del normale per rendere la potenza del live, hanno testi brevi eppure i significati sono esplosivi, un lavoro che merita di essere ascoltato e riascoltato per la complessità di senso e costruzione.

 

Tracklist

1) Artsoigal

2) A fearful Wedding

3) Otman

4) Km 32

5) Chirp of the Cricket

6) Mombello

7) Hutong

8) Parco Testori

9) Iz the Wiz

10) La Resistenza

 

A cura di Valentina Ferrari

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