Diaframma – Siberia reloaded 2016

Quando ascolto i Diaframma la mente non può che correre a tutta velocità indietro ai primi anni ’80 e alla scena new wave fiorentina che in quel periodo vedeva il suo momento di massimo splendore. Purtroppo giusto ieri si è tenuto il referendum costituzionale e quindi la mente è stata subito costretta a fermarsi sbattendo violentemente contro la visione di Piero Pelù che si ridicolizza di fronte alla nazione a causa delle matite copiative.
Ma questa è un’altra storia, e anche i protagonisti sono molto diversi.

“Siberia”, sicuramente il masterpiece della band, raggiunge qua la quinta riedizione, questa volta per promuovere l’imminente tour italiano della band. La peculiarità in questo caso è che il disco è stato re-inciso (con anche la collaborazione di Gianni Maroccolo) e questo ha, più o meno, scatenato le reazioni adirate dei fan. I più accusano Fiumani di essersi piegato ad una bieca operazione commerciale, mentre l’artista ha risposto stizzito alle critiche.

In realtà sorge spontaneo chiedersi (e infatti molti lo hanno fatto prima e meglio di me) che senso possa avere re-incidere un disco considerato già di per se uno dei più importanti della storia musicale nostrana, quali motivazioni possano mai portare a questa scelta e quale guadagno, dal punto di vista artistico, se ne possa trarre.

Volendo invece entrare nel merito del lavoro, non si può che iniziare dalla 16esima canzone, dal momento che su “Siberia” di per se non vi è certo bisogno di spendere parole o recensioni. I 6 brani extra in effetti riprendono bene lo spirito musicale del tempo (o magari di pochi anni dopo, quando gli anni ’90 erano più vicini), e i testi sono tratti da alcune poesie di Fiumani.
I primi 3, tra cui spicca “Envecelado” sono sicuramente più cupi e simili ai primi Litfiba (anche nell’impostazione della voce), mentre “Niente” suona molto CSI (anche qua in parte a causa dell’impostazione della voce).
I secondi 3 pezzi al contrario si distaccano dall’ambiente cupo e opprimente tipico del genere per muoversi verso una forma più rock in cui spicca sopratutto “Non morire”.

Come spesso accade queste ristampe di vecchi capolavori portano qualche piccola caramellina, anche molto dolce, per i fan più accaniti, ma spesso provocano reazioni contrarie nei fan più affezionati fino quasi a lasciare l’amaro in bocca.

01. Siberia
02. Brevilinea 17
03. Neogrigio
04. Brevilinea 80
05. Impronte
06. Brevilinea 83
07. Amsterdam
08. Delorenzo
09. Notti che ritornano
10. Memoria
11. Brevilinea Umbe’
12. Sprechi d’acqua
13. Brevilinea alcolica
14. Desiderio del nulla
15. Notti che non ritornano
16. Same
17. Envecelado
18. Niente
19. Non morire
20. Lanterna cieca
21. Taranto 1982

a cura di: Pucc

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