Alessandro Tomaselli – Dove andiamo noi niente a che fare

Alessandro Tomaselli è un cantautore pugliese all’album d’esordio, “Dove andiamo noi niente a che fare”, composto da 11 brani cantati in italiano e registrati in unica sessione presso uno studio di Berlino con l’utilizzo solo di voce e chitarra acustica, quasi un demotape di presentazione. Il lavoro è stato prodotto dall’etichetta indipendente YeahJaSì! Brindisi Pop Records di Roberto D’Ambrosio, Roberto Covolo e Amerigo Verardi.

Il disco è molto scarno, vero cantautorato italiano dal sapore nostalgico verso un passato in cui grandi autori riuscivano ad incantare solo con voce e chitarra. Testi profondi, tanti argomenti trattati sia in modo diretto che in modo meno diretto, insomma tutte le caratteristiche che un album come questo dovrebbe avere.
La semplicità nulla toglie alla bellezza delle canzoni e delle melodie, ma nello stesso tempo Alessandro Tomaselli sembra quasi fuori tempo, esce con un lavoro prezioso in un momento in cui le persone cercano l’immediatezza e un ascolto semplice che arrivi dritto al cuore. Questo potrebbe essere l’unico limite di questo album. Il cantautorato è un genere molto impegnativo e difficile da affrontare, in Italia abbiamo tanti bravi cantautori che però non riescono ad arrivare al pubblico perché manca il tempo e la voglia di ascoltare e concentrarsi sui messaggi, dove il valore di un prodotto o di un concetto vengono spesso misurati con like e condivisioni.
Tutti brani lenti e dolci, portati alla riflessione, costruiti con niente, ma estremamente complessi. Il talento di Alessandro Tomaselli non è in discussione, è consapevole delle proprie capacità e dei propri mezzi, ma arriva in un momento non brillante per il suo genere. Rischia di rimanere un disco estremamente di nicchia, qualcosa più di sottofondo che da concerto partecipato.

Il fatto di aver usato solo voce e chitarra rende molto riconoscibile il suo stile, un vero marchio di fabbrica che nel complesso risulta leggermente monotono, anche se bello. Per trovare qualcosa di diverso bisogna attendere la fine dell’album, incrociando per caso la ghost track, “Lecce città”, dai suoni più pieni e dal ritmo più sostenuto. Una piccola sorpresa per impreziosire questo album d’esordio.

01.  Dove andiamo noi niente a che fare
02.  A me non basta
03.  Ieri e domani
04.  Walkie Talkie
05.  Corrina
06.  Duende
07.  Assurdo
08.  Odissea
09.  La canzone della madre
10.  Vivo al sesto piano
11.  Lecce città (ghost track)

Recensione a cura di: Valentina Ferrari

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