All Coasted – Time Flies When You’re Drunk

Ho sempre apprezzato poco le recensioni citazioniste. Quelle dove il tipo che scrive vi fa sapere che di musica ne sa più di voi, che conosce i gruppi storici, seminali e che individua nelle nuove produzioni le ispirazioni: “questa band si ispira moltissimo ai grandissimi XXX, ma sentiamo anche degli echi west coast in stile YYY”. GRAZIE AL CAZZO fanno Punk Rock anni 90, a chi vuoi si ispirino?

Non me ne vogliate, non ce l’ho con nessuno, è solo che non digerisco chi fa recensioni di un disco parlando di altri artisti. Parliamo di All Coasted, una band vicentina, al terzo lavoro con il loro LP “Time Flies When You’re Drunk”.

Punk Californiano, titolo Veneto.

Potrei fare l’elenco canzone per canzone di band oltreoceano a cui questi ragazzi prendono sonorità e immaginario, ma diciamo la verità una volta per tutte, che te ne faresti tu che leggi di sapere se io ho ragione che in quel riff ci sono i Rancid o Fat Mike, o radici hardcore melodiche precedenti? Andresti su Spotify ad ascoltarli?

E la band, sarebbe contenta di leggere l’ennesimo accostamento alle band che sicuramente ha dato loro entusiasmo al punto di prendere gli strumenti e iniziare a suonare?

Il disco suona come deve suonare, compatto e ben prodotto. Solido e dentro il genere che questi ragazzi vogliono fare. Si sente la passione e confermano una volta in più l’eccellente stato di salute della musica Italiana, in cui decine di band scrivono e suonano ottime cose. Sarà per via dei soldi che non ci sono. Gli artisti possono permettersi di fare ciò che meglio credono, e l’unica cosa che ti permette di andare avanti è la passione e quel poco che incassi per mettere la benzina nel furgone e mangiare il panino in autogrill.

All Coasted lo sanno cosa vuol dire fare Punk Rock, caricare scaricare ma soprattutto una birra fresca. Perché il problema è tutto lì, la prima mezza pinta. Poi non ti fermi più. Come il punk rock, il problema è la prima canzone, poi non ti fermi più. Non ti chiedi quanto luppolo, quanti gradi hibu, la fermentazione. Bevi e basta. Non ti chiedi se il ritornello è meglio, mi piace suonare più My Only Wild più di The Clown, te le suoni tutte a testa bassa e con lo stesso amore. Senza fermarti se non per un altro sorso di birra. Fedeli al pUnk come l’agente Coulson allo Shield.

E il tempo vola (espressione tipicamente veneta), non te ne accorgi che sei sbronzo (nuovamente espressione tipicamente veneta) e che non te sei bon branca de guidare (ancora quell’espressione ormai diventata intercalare). Il disco vola, di impatto ed efficace. Veloce e con linee melodiche che si fanno ascoltare con piacere. Unica nota difficile da digerire è il difetto tutto nostro di avere un inglese non sempre naturale, ma sono certo che questa band dal vivo è in grado di travolgerti a tutta velocità.

Tracklist:

  1. Just Half Pint
  2. Two Wild Dogs
  3. The Broken Cog
  4. My Only Will
  5. It Is For Life
  6. The Clown
  7. The First Ass
  8. Deep On My Skin
  9. Loyal To The Shield

 

A cura di: Fabio Gallarati

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