Fratelli di Soledad – Salviamo il Salvabile Vol.2

Tracklist:

01. Versante est
02. Stasera l’aria è fresca
03. Svalutation
04. Cimici e bromuro
05. Il tuffatore
06. A me mi piace vivere alla grande
07. Stranamore
08. O rugido do leao
09. Il mio funerale
10. Ho le tasche sfondate
11. Je vous salue Ninì

C’è stato un periodo, agli inizi del millennio, in cui l’ottimismo pervadeva l’aria: il Millenium Bug era passato e dopo di lui era arrivato, in maniera indolore, il futuro. Appurato che il Truman show era soltanto un film e che non ci saremmo mai ritrovati a vivere una vita sistematicamente osservata, ascoltata ed intercettata in cui i nostri affari sono visibili a tutti, avevamo quasi pensato di poter cambiare il mondo a partire dai grossi prati pieni di new-hippies sudati in pantaloni bracaloni colorati che ballavano a ritmi tra il caraibico e il balcanico.

Dopo quasi 15 anni, 5 governi, 2 guerre, un enorme scandalo intercettazioni e tante, ma proprio tante, mazzate possiamo affermare con un certo grado di sicurezza che:
A. Quell’ottimismo era oltremodo mal riposto.
B. Il Truman show è probabilmente la cosa più vicina ad un affresco della nostra società da quando, nel 1948, Orwell pubblicò "1984".
C. No, con l’amore universale e i concerti del social forum non si fa partire una rivoluzione.
I Fratelli di Soledad non la pensano esattamente così: con il loro stile ska/reggae/rockabilly, utilizzato in questo album di cover si troverebbero benissimo nella lineup dell’indipendence day o dell’Arezzo wave, tra gli Ska P e I Modena City Ramblers. Nella fattispecie, questo "Salviamo il salvabile (vol.2)" è per la storica band sabauda (suonano insieme da ormai 25 anni), il secondo disco di cover/tributi a 20 anni esatti dal primo "Salviamo il salvabile".
Un merito che si deve necessariamente riconoscere al gruppo è quello di aver reinterpretato i pezzi più che coverizzato. Il valore aggiunto sta infatti proprio nella lettura che viene data, e questo sicuramente è dovuto alla notevole esperienza maturata. Ne è un esempio "Versante Est" che apre l’album: la cover di uno dei primissimi pezzi dei Litfiba, quando ancora erano forti le influenze post-punk/new wave dei fiorentini, suonata in chiave reggae. "Stasera l’aria è fresca" è invece un rilettura di un vecchio brano sanremese di Goran Kuzminac, velocizzata fino a tramutarsi in una sorta di danza di seduzione.
Notevole anche la scelta di "Stranamore" di Vecchioni, riletta pur mantenendo l’atmosfera cupa dell’originale.
L’album si conclude con "Ho le tasche sfondate" storico pezzo del jazzista labronico Piero Ciampi seguita dalla self-cover di "Je vous salue Ninì", tratta proprio dall’ultimo album dei Fratelli.

Alla fine è vero, probabilmente abbiamo perso, probabilmente avevamo perso già in partenza 15 anni fa solo nel pensare di avere una speranza, ma resta il fatto che quei concerti sul prato erano divertenti e la musica era ottima per ballare sudati nella polvere, e i Fratelli di Soledad sanno benissimo come farti tornare a quei giorni.


Recensore: Pucc

5.0

Voto 5

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