Il Fulcro – Lunabardo

Album spiazzante, poliedrico, a tratti straniante. Decisamente raro nel panorama musicale italiano.

Senza parole, ma letteralmente in questo caso. Portatore sano di una molteplicità di suoni e atmosfere che lo rendono psichedelico per la capacità di trasportarti in mondi esterni, urgente per la spinta, che fa avvertire in chi lo ascolta, ad andare oltre, ancora e ancora, pulito, perché complessità e impellenza non fanno necessariamente il pari con caos e trascuratezza.

Lunabardoè frutto del lavoro di oltre due anni di relazione musicale tra i quattro musicisti padovani che si presentano sotto il nome di Il Fulcro. Al centro un mix di elettronica da ascolto, punte di noise e ritmi serrati qua e là che si alternano a note acide quanto basta. Alla base un legame stretto grazie all’improvvisazione e alla dimensione “live” vissuta insieme.

E questo senso di immediatezza peculiare del progetto della band caratterizza ed emerge in tutto e per tutto anche nel loro primo lavoro in studio. Infatti spesso ascoltandone i brani si ha proprio il sentore che essi accadano nello stesso istante in cui fuoriescono dal supporto fisico col quale li si sta riproducendo. Che diventino loro stessi nell’esatto momento in cui prendono forma per il nostro orecchio, non prima, non dopo, ma puntualmente in quell’attimo.

Le vette vengono raggiunte principalmente nella seconda parte del’album, e precisamente con La Mandorlae Circuiti Interrotti  (rispettivamente traccia 6 e 7), che catturano e riescono coinvolgere bene l’ascoltatore nel proprio universo sonoro. Menzione speciale poi per la traccia 4, Marcia Grottesca, che può essere definita in qualsiasi modo tranne che “piacevole”, ma che anzi finisce per risultare a tratti (dai, sempre) anche fastidiosa, sicuramente disturbante, ma che proprio per questo è la perfetta interpretazione del nome che porta in testa, dandoci uno spaccato evidente del potenziale della band che le ha dato vita.

Non si tratta di un disco, tuttavia, che arriva alle corde più profonde facilmente, se proprio la si deve dire tutta, quanto piuttosto un lavoro che si lascia apprezzare e che comincia davvero a trasportare il fruitore dopo qualche ascolto e possibilmente grazie ad una certa predisposizione d’animo, libera da paranoie e pronta a lasciarsi contaminare. Magari anche la giusta congiuntura esterna, senza distrazioni e con la medesima inclinazione alla necessità creativa e all’apertura mentale.

Buon esordio quindi, da ritrovare sicuramente dal vivo e da tenere però d’occhio sulla lunga distanza.

 

Tracklist:

  1. Fulcrum
  2. Pepe Verde
  3. New York
  4. Marcia Grottesca
  5. Pane Elfico
  6. La Mandorla
  7. Circuiti Interrotti
  8. Reaper From The Future (ft. Andrea Davì)

 

A cura di: Daniela Raffaldi

 

7.0

Tags

About the author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *