La Dispute – Panorama

Immaginiamo di partire per un viaggio, un lungo ed inaspettato viaggio che ci porta a lasciarci il passato alle spalle, e noi, voltandoci di tanto in tanto per avere una migliore visione d’insieme del panorama lungo cui stiamo spianando la nostra strada, ci fermiamo un momento prima di ripartire.  E ci scorrono davanti tutte le paure, le insicurezze, i dolori e il bisogno di cambiare per restare in vita, ma anche la difficoltà nel poterlo fare davvero, senza morire un po’ dentro.

Questo è Panorama, ultimo album di inediti pubblicato lo scorso marzo dalla band del Michigan che ormai si afferma essere sempre di più come una delle migliori realtà sulla scena  post-hardcore di portata internazionale: La Dispute.

Tornano dunque con questo ultimo lavoro a raccontarci storie che toccano l’anima confermando ulteriormente la loro bravura nel farsi attenti e delicati cantori di destini che si intrecciano. Un’intensità viscerale permea tutti i dieci capitoli che scandiscono l’incedere del disco, ognuna delle quali in grado di sputarci contro un ventaglio di emozioni che va dal dolore alla rabbia, passando per la malinconia, fino a stringersi attorno a catartiche risoluzioni in cui la violenza esplode irrimediabilmente facendosi stasi fluttuante e rarefatta.

Ciò, dal punto di vista musicale, si traduce fondendo insieme solennità ritmiche dall’incedere cadenzato con fraseggi di chitarra ora più morbidi e ora più infuriati che sommergono in maniera pervasiva tutti i pezzi. Una modulazione che tocca sfumature post-rock (come ad esempio i riff allungati nell’intro di “Anxiety and Panorama” di “In Northern Michigan”), con leggere virate verso l’emocore più preponderante degli esordi (“There You Are (Hidiing Place)” e “ Footsteps At The Pond”)  passando anche per un certo retrogusto progressive (alcuni passaggi che segnano i due capitoli di “Fulton Street” o anche la meravigliosa “Rhodonite and Grief” con tanto di inserto jazzistico di tromba). Ottima anche l’interpretazione di Jordan Dreyer con il suo cantato (ormai fattosi inconfondibile) che alterna spoken-word con screamo, due facce della stessa medaglia resi con la medesima profondità espressiva.

Un disco maturo e ponderato, forse più levigato rispetto alle punte acuminate che avevano caratterizzato i lavori precedenti (pensiamo ad esempio a tutto Wildlifedel 2011). Le sfuriate ci sono e anche ben marcate, ma lasciano più volentieri spazio alla raffinatezza riflessiva di una band che è cresciuta nel tempo rispetto agli esordi del 2008 con “Somewhere At The Bottom Of The River Between Vega And Altair”. Tutto, insomma, risulta essere meno monocorde e più curato, grazie anche ad una produzione meno realizzata con l’ausilio del produttore Will Yip “grezza” (laddove comunque per la band questo connotato era stato un pregio).

Infine, Panoramaè un lavoro che merita assolutamente di essere considerato come l’album che marca l’inizio di una nuova fase per la band, sintesi del passato e apertura dialettica verso il futuro.

 

Tracklist:

  1. Rose Quartz
  2. Fulton Street I
  3. Fulton Street Ii
  4. Rhodonite And Grief
  5. Anxiety Panorama
  6. In Norther Michigan
  7. View From Our Bedroom Window
  8. Footsteps At The Pond
  9. There You Are (Hiding Place)
  10. You Ascendant

 

A cura di: Francesca Mastracci

8.0

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