The Owl of Minerva – Bright Things Turn Gray

The Owl of Minerva è una band di origini padovane formatasi nel 2008 e che ha presentato il suo primo disco a febbraio, lavoro composto da 10 tracce di alternative rock, metal e rock melodico, “Bright Things Turn Gray”. Si tratta di un lavoro in studio molto equilibrato, ponderato, ben prodotto e curato.

La tracklist scorre con piacevolezza a ritmi non serrati, ma sicuramente intensi, con alcuni cambi di tempo ben fatti e interessanti. I ragazzi hanno tecnica e un buon songwriting, manca forse un po’ di creatività e fantasia nella composizione, ma è decisamente un buon disco.
Per trovare qualcosa di più particolare bisogna arrivare a “Your City by the Snow”, molto lenta e dolce, intensa, con belle percussioni e una costruzione che si differenzia dal resto dell’album, aggiungendo qualità alla produzione e mostra il potenziale della band, qualche “azzardo” compositivo in più avrebbe potuto portare l’album molto in alto.
La lunghezza di alcune canzoni risulta forse eccessiva unita alla composizione molto uniforme.
Con questo non sto dicendo che l’album sia da bocciare, tutt’altro. Quando trovi esordi così ben fatti viene semplicemente voglia di andare a valutare tutti i dettagli per trovare qualcosa che non ti piace, giusto per infastidire la band. Nella realtà quello che emerge è veramente buona musica, il resto è solo un dettaglio su cui lavorare, margini di miglioramento ce ne sono in questi ragazzi, ma c’è anche tantissimo talento che emerge chiaramente da queste 10 tracce.

E’ un album che può piacere ad un pubblico più ampio, la potenza esecutiva è mitigata da tanta tecnica e intelligenza, nel complesso il disco è buono, se poi si pensa al fatto che è un album d’esordio la qualità risulta ancora maggiore. Diamo tempo a The Owl of Minerva e probabilmente ci stupiranno con tanta altra ottima musica.

01. Crown of Gold
02. Distance
03. Bag of Stones
04. Sender
05. The Kite
06. House of Birds Gone Mad
07. Your City by the Snow
08. The Lake
09. The Well
10. Bright Things Turn Gray

Recensione a cura di: Valentina Ferrari

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