Throne – Consecrates

L’idea di iniziare la giornata ascoltando il nuovo dei parmensi “Throne” si è dimostrata azzeccata.
Dopo due giorni in giro per concerti c’era necessità di far sparire un pò di stanchezza con una “mina” anticarro come questa!
Perché questo in effetti è un’esplosione fragorosamente devastante.
“Consecrates”, seconda fatica discografica del quintetto emiliano, uscito il 9 dicembre scorso, è una vera e propria bomba capace di sollevarti in aria di almeno 2 metri! Chitarre assetate di sangue, drumming ossessivi compulsivi, basso distorto e latrati assortiti (…nel senso buono!) e il viaggio senza ritorno nei luoghi più oscuri della psiche può avere inizio!
Un disco che nella lettura dei suoi testi non sprizza certo di ottimismo, ma che certamente sa conquistarti e trasportarti (…di peso!) nelle proprie zone d’ombra. Gli ingredienti per fare di questo album un disco per super Sludge/Metal/Stoner addicted ci sono infatti tutti. 7 tracce tutte dalla durata superiore ai 6 minuti, dove la sola “Baba-Jaga” fa eccezione con i suoi miseri 5’54”.
7 tracce super cavernose, dark, spigolose. Si parte con “Sister Abigail”. 80 secondi di intro ci preparano alla prima delle molte esplosione corrosive di questo album. Uno dei pezzi migliori dell’intero album.
La traccia successiva, “Lethal Dose”, parte con un lungo intro ancor più aggressivo ed efficace del precedente. Non era affatto facile, ma la missione risulta pienamente riuscita.
Il resto della canzone è poi arricchito dal featuring di Dorian Bones che appare sul finale e che ci accompagna verso il pezzo successivo. Qua e là si continuano a sentire riferimenti di respiro meno grave come in “Codex Gigas”, traccia 3, dove le chitarre riportano a quei riff si pesanti, ma meno sludge, di cui il buon Thayil ci aveva abituati con i primi dischi dei Soundgarden, ma la cifra stilistica rimane senza dubbio quella del DoomMetal.
“There’s no murder in Paradise” è una lenta cavalcata in slow-motion. Un enorme destriero nero che ti si fa contro chiedendoti di lasciargli il passo. …E chi si oppone? Prego!
Dopo “Baba-Jaga”, pezzo che a dire il vero è l’unico che ho skippato ogni volta, si arriva a “V.I.R.”, traccia numero 6, dove il tempo viene per un attimo stoppato, rallentato, ma è solo un’impressione che presto svanisce perchè dopo i primi 120 secondi di convenevoli si torna a far oscillare la testa incuranti dei futuri dolori cervicali.
“Lazarus Taxon”, pezzo con il quale i Nostri si congedano vira inizialmente su suoni industrial, poi arriva la voce e tutto torna nei ranghi! Doom e doom sia fino alla fine!
Potente ed efficace, di sicura presa. Ai super fan piacerà!

 

Tracklist:

1. Sister Abigail
2. Lethal Dose (feat. Dorian Bones)
3. Codex Gigas
4. There’s No Murder in Paradise
5. Bab-Jaga
6. V.I.R.
7. Lazarus Taxon

 

A cura di: Simone Grazzi

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