Distorsonic – Twisted Playgrounds

L’intenzione sarebbe stata quella di recensirvi il nuovo disco dei “Distorsonic”, ma dopo aver ascoltato i primi due pezzi ho capito di avere qualcosa di meglio da fare!…Vedere i “Distorsonic” in concerto!!!
Volete la recensione del disco? Eccovela:…BOMBA!!!
Non giriamoci troppo intorno! Il disco per me è un 8 pieno e ve lo voglio dire subito senza dilungarmi troppo in verbose descrizioni!
Compratelo, scaricatelo (…legalmente!!!), cercatelo e una volta trovato o comprato ascoltatelo fino alla saturazione mentale!
Il progetto di Maurizio Iorio (basso), noto già a met‡ degli anni ë90, ha prodotto fino ad oggi solo 3 dischi, Twisted Playgrounds compreso! E visti i risultati, questa risicata prolificità ci fa dispiacere alquanto!
A 8 anni di distanza dal precedente “Dose minima letale”, coadiuvato dal batterista Stefano Falcone, il nuovo disco scivola via tra psichedelia, jazz, sperimentazioni noise e rock.
9 tracce strumentali di grande impatto sonoro con un solo unico momento cantato in “Subterranea” dove lo stesso Iorio recita alcuni versi.
Ciò che è chiaro fin da subito è che l’orecchiabilità di questo album non risulta immediata, ma altrettanto chiara è la facilità con cui da subito riesce comunque a catturarti.
E non è certo poco!
Tanta tecnica, ma anche tanta capacità di riuscire a non farla mai predominare sull’atmosfera di fondo che permea l’intero lavoro.
Ed è proprio questa atmosfera, densa, oscura, graffiante, il vero fulcro centrale di tutto il disco.
Due soli musicisti a creare un suono corrosivo, ipnotico, quasi siderale che cresce dall’inizio alla fine in maniera esponenziale, pronto ad esplodere, a deflagrare, ma che ogni volta torna quieto per ricaricarsi ad ogni brano successivo.
Basso e batteria si inseguono, si rincorrono, si sbattono l’uno con l’altro, si amano, si odiano.
Echi floydiani si mescolano a ritmi free jazz, deliri noise a cavalcate prog-lisergiche dalla ipotetica durata infinita.
Non si fatica ad entrare in sintonia con la tensione perpetua di questo album che senza dubbio ha grandi prospettive (soprattutto) internazionali.
Un disco semplice, ma complesso allo stesso tempo.
Devoto a certe sperimentazioni del passato, ma incline a proseguire dritto per la propria strada senza troppe eccessive riverenze.
Un viaggio a fari spenti nell’oscurità più totale.
Una perfetta colonna sonora di un film ancora da scrivere.

 

Tracklist:

1. Space Undrdogs
2. Subterranea
3. Messing Around With A Baritone
4. Secchezza delle fauci
5. Headhunting
6. Heavy Satori
7. Fisheye Speedfreak
8. Caronte
9. Tofranihil

 

A cura di: Simone Grazzi

8.0

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