Code Orange – Underneath

Scavare nei meandri della psiche umana nell’era dell’ossessione al silicone (come la definirebbero gli A Perfect Circle), scendendo sempre più in profondità fino a scoprire le nervature che ci rendono vulnerabili. Questo il concept di base che informa il quarto album in studio della band metalcore di Pittsburgh (Pennsylvania), Code Orange.

Underneath, appunto, è il titolo del disco, e arriva a tre anni di distanza da Forever (che aveva segnato il loro esordio con una major, la Roadrunner Records). Da quel disco, poi, la strada è stata tutta in salita, valendo loro la nomination ai Grammy Awards nel 2018 come Best Metal Performance e una sempre crescente esposizione mediatica dovuta anche all’utilizzo del singolo “Let Me In” in uno dei programmi più seguiti di wrestling statunitense.

Ecco perché nei tre anni che separano l’uscita dei due dischi il livello di aspettative (sia loro che dei fan) era cresciuto in modo esponenziale, soprattutto negli ultimi mesi, dopo l’uscita del primo singolo e titletrack del disco, che aveva lascato intuire un leggero cambio di direzione da parte della band (con le clean vocals della chitarrista Reba più presenti che mai). Ovviamente, il fatto di aver raggiunto in relativamente breve tempo un numero maggiore di ascoltatori ha influito su quelle che erano state fino a questo momento scelte stilistiche difficili da digerire, dando spazio alla presenza più frequente che in passato di soluzioni melodiche ed accessibili. Sia ben chiaro, resta comunque un disco che affonda le sue radici in profondità nel terreno impervio dell’hardcore e si costruisce attorno ad un alto livello di abrasività metal sia dal punto di vista sonoro che vocale. Diciamo, però, che oltre queste caratteristiche i cinque di Pittsburgh si impegnano a voler esplorare un certo aspetto dell’avanguardia pop legata al genere metal.

Nel definire una delle tracce che compongono la tracklist (“Code.Metal.Place”, ndr) la band ne descrive il suono come “una manipolazione digitale di musica heavyche resta comunque sempre ancorata al suo animo hardcore”. E queste parole potrebbero benissimo essere usate per descrivere il sound dell’intero album, dove vediamo fondersi death metal, indistrial, grunge, alternative, afflati glitch (“In Fear” e “Easy Way”, ad esempio, presentano interessanti sperimentazioni verso questa direzione) e venature grind, ma senza mai dimenticare il loro substrato hardcore (“Back Inside the Glass” sembra quasi essere stata estratta da uno dei primi dischi per venir rimasterizzata a puntino).

Si oscilla costantemente tra sonorità metalliche e sonorità più smaccatamente paracule (basta citare “Sulphur Surrounding” con i suoi rimastini nostalgici in stile Nineties o i due singoloni radio friendly alternative rock “Who Am I” e “Autumn and Carbine”). Tuttavia, non si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un album disconnesso e poco coerente poiché l’utilizzo reiterato di samples e basi elettroniche conferisce alla narrazione l’aspetto di un flusso continuo in grado di tenere unito il caos dissonante che riduce in brandelli le 14 tracce. In questo viaggio alla scoperta di se stessi, come lo definiscono i membri della band, penetriamo sempre più in profondità nel circolo vizioso di ossessioni e abitudini malate che attanagliano la mente umana, facendo riferimento alla nomophobia (la paura di restare senza smartphone) e allo stalking compulsivo.

Infine, un disco che magari ha fatto storcere il naso ai loro fan della prima ora (i quali non si sono ritrovati nell’abbassamento di toni della band), ma certamente un disco nuovo e denso di sperimentazioni digitali, variegazioni e poliritmie interessanti (“Swallowing the Rabbit Whole” presenta ben sei cambi di ritmo in 7 secondi). E a noi non dispiace pensare che i Code Orange possano spingersi nuovamente ad esplorare queste direzioni, ecco!

 

Tracklist:

  1. (deeperthanbefore)
  2. Swallowing the Rabbit Whole
  3. In Fear
  4. You and You Alone
  5. Who Am I
  6. Metal.Place
  7. Sulfur Surrounding
  8. The Easy Way
  9. Erasure Scan
  10. Last Ones Left
  11. Autumn and Carabine
  12. Back Inside the Glass
  13. A Sliver
  14. Underneath

 

A cura di: Francesca Mastracci

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