Cascate – Giardini

Duo electro-pop da Roma. Voce femminile, personale, delicata, non prorompente ma riconoscibile e perché no, intrigante. Alessandra Contini del Genio e una novella Meg che si fondono in un’esplosione di energia mescolata a romanticismo in salsa 2020.

Suoni sintetici catchy e memorabili. Come un chewing gum rosa fucsia alla fragola ti si attaccano alle orecchie, prima, e al cervello, poi, senza essere invasivi, ma semplicemente, piacevolmente appiccicosi.

Melodie e costruzioni sonore in qualche modo vintage, che si portano dietro un filo di nostalgia come stato d’animo, più che legato realmente a qualcosa di concreto, noto soprattutto a quegli ascoltatori non proprio di primo pelo cresciuti con certo indie-electro da anni zero.

Ballabilità alta, ma lenta e molle, come la malinconia delle giornate di primavera; non ti scateni, ma languida ti lasci andare all’emotività che ti scorre dentro, che tu lo voglia oppure no.

Si presentano così al mercato musicale i Cascate, al secolo Caterina Magliozzi e Luca Frasca.

Lo fanno scegliendo la “breve distanza” dell’EP, per un debutto chiaro, preciso e d’impatto, che trova nella sintesi l’espressione migliore della propria identità.

5 canzoni, 5 sfaccettature del carattere cantautorale lieve del progetto, ma anche 5 sfumature della zuccherina maestria nell’utilizzo dello strumento elettronico, che insieme danno vita ad un matrimonio musicale di sana gradevolezza.

Tutto da canticchiare.

Sì perché è abbastanza impossibile resistere a ripetere in loop, e talvolta addirittura ad urlare, “sei un Souvenir dei viaggi dentro la mia testa” o in generale lasciarsi catturare da testo, voce e ritmo di Souvenir, prima traccia di Giardini.

O ancora al domandarsi insieme a Caterina, ovviamente ben consci delle scarse probabilità di riuscire ad ottenere una risposta, “come posso averti senza perdere la testa? diventare matta?” in Horror Show, brano numero tre del disco.

Insomma siamo di fronte ad un esordio discografico più che promettente e in linea con un generale, felice, ampliamento delle fila delle voci femminili della scena indie-pop italiana, capace di distinguersi per grande senso della contemporaneità nella sua interpretazione musicale e narrativa.

Un lavoro che riesce, cosa affatto facile, a fare del sentimento del ricordo una cifra stilistica, una spinta al percorso verso lo sbocciare della propria unicità, anziché solo una moderna carta carbone con la quale ricalcare atmosfere e stili giù usati e proposti in un troppo recente passato.

Non ci resta allora adesso che ascoltare, cantare e ballare in attesa che manzonianamente i posteri ne diano “l’ardua sentenza”.

 

Tracklist:

  1. Souvenir
  2. Fino alla Fine
  3. Horror Show
  4. Giardini
  5. Fragile

 

A cura di: Daniela Raffaldi

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