Intervista Estate Noir

Gli Estate Noir – Daniele, Fabio, Igor e Valerio – sono reduci della scena underground romana. Il suono della band è debitore dell’esperienza Post Punk, a metà strada tra Londra e New York, contaminato dalle sonorità New Wave della Berlino di Bowie. Gli intrecci delle due chitarre, democraticamente alla ricerca del primato senza mai riuscire fino in fondo a prevalere, hanno la sfrontatezza di voler proseguire la strada tracciata da gruppi come Television o Sonic Youth. Il beat preciso di basso e batteria disegna la linea su cui provare a spiccare il volo. Ma per chi è partito da un garage interrato nella periferia est di Roma, anche la luce del piano terra è un buon inizio. E con l’ambizione giusta si può arrivare a suonare sul tetto. È già successo.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?

EN: Ciao! Siamo gli Estate Noir, siamo una band romana ed apparteniamo alla scena indie post-rock. Quattro persone, Igor (voce e chitarra), Daniele (batteria), Valerio (chitarra) e Fabio (basso). Stiamo promuovendo l’uscita del nostro album dal titolo “Nessuno sa”, pubblicato per Seahorse/Marea Records, che è già disponibile in formato CD in occasione dei nostri concerti e dal 22 Luglio sarà possibile acquistarlo anche via web.

Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?

EN: Credo che ad ispirarci sia stata “tutta” la musica ascoltata fino ad oggi. dai gruppi storici come Cure, Smiths, Pavement, Diaframma, fino alle formazioni contemporanee di vari generi. (Igor) A me personalmente è piaciuto molto l’ultimissimo lavoro degli Afterhours, è intenso, personale e crudelmente realista come non mai. Probabilmente nessun loro disco fino ad oggi aveva affrontato un tema così difficile e crudo con una tale profondità.

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?

EN:Il nostro disco, il primo, si intitola “Nessuno sa”. E’ il frutto del lavoro di tutti noi, della voglia di ripartire da capo in occasione di ogni singolo brano, questo mantenendo sempre vivo lo stile della band. Nei brani c’è un filo conduttore rappresentato da una incognita, quel qualcosa di cui appunto “Nessuno sa”, una delle scuse più utilizzate quando non si vuole dare spiegazioni, o ci si arrende di fronte a qualcosa di incontrollabile senza voler ammettere i propri limiti. Inizialmente doveva essere un EP promozionale, poi ci siamo accorti che dentro c’era qualcosa di più grande, che non poteva essere espresso con pochi brani ma necessitava di uno spazio, o di una frazione di tempo più consistente, così si è trasformato in un vero e proprio album.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perché?

EN: Il più sopravvalutato in Italia credo sia Fedez, l’ho seguito per un periodo ma poi mi sono reso conto che rispetto alla sua musica facevano più notizie le sue scazzottate con i vicini o le sue provocazioni sui social. Sulla scena underground invece credo ci sia una quantità di talenti sottovalutati, dal Teatro degli Orrori ai Verdena, ma ce ne sono molti ancora, parlo ovviamente di artisti che hanno molto da dire ma non sempre trovano lo spazio giusto per dare respiro alle proprie idee.

Progetti per il futuro?

EN: Vogliamo proiettare la nostra musica nella dimensione più ampia possibile, e non ci stuferemo mai di provarci. Voi nel frattempo veniteci a trovare in qualche club ed ascoltate il nostro disco. Per noi il futuro è domani, quindi suonare suonare e ancora suonare, fino a che punto? fino a quando?…chi può dirlo…”Nessuno sa”!

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