LARS ROCK FEST 2023: DIECI ANNI DI AMORE E PASSIONE

A cura di Emanuele Ippopotami

Sono passati 10 anni da quando è andato in scena il primo Lars Rock Fest, al quale purtroppo non ero presente. Il Lars per chi non lo conosce è un posto magico, quasi incredibile a pensarci e a vederlo, all’interno dei Giardini Pubblici di Chiusi Scalo in Toscana, ogni anno si celebrano 3 giorni di musica totalmente gratuita.

Tre giorni di musica in un parco allestito a festa, perché non c’è solo la musica al Lars ma anche tantissimo altro, editoria indipendente, illustratori, artigiani, mercatino del disco, tantissime attività che partono dal primo pomeriggio e dalla mattina, come il trekking in città, i laboratori per i più piccoli. Un mondo in cui tutto ciò che c’è di bello si riunisce per 3 giorni veramente magici.
Il Gruppo Effetti Collaterali di Chiusi fa un lavoro eccellente e che dovrebbe essere preso d’ispirazione da tantissime realtà in giro per il nostro paese. Senza ombra di dubbio, uno dei migliori festival che possiamo vantare. Negli anni sul palco del Lars Rock Fest hanno suonato artisti del calibro di Japandroids, Unkown Mortal Orchestra, Delta Sleep, Metz, Nothing, Porridge Radio, Algiers, The Pop Group, Protomartyr, Massimo Volume, Diaframma e tanti altri, e quest’anno la scaletta dei tre giorni non è da far invidia, complice sempre un gusto ricercato da parte dell’organizzazione di portare artisti internazionali (e non) che non siano troppo legati a un mondo classico della musica rock ma che abbraccino tutta quella cultura che trova una casa nel Post-Rock, Post-Punk e Hardcore, Noise, Shoegaze e simili, senza vietarsi niente.

Venerdì 7 Luglio 2023
Venerdì come dice Eleonora è sempre tutto caotico, è il primo giorno, si hanno mille occhi ovunque, ma noi arriviamo al Festival e come ogni anno ci accoglie un clima di famigliare, di comfort. Ci sono tutti gli stand delle editorie indipendenti, c’è la Liuteria Giannini quest’anno con un arsenale davvero interessante, ci sono i ragazzi di THIS IS NOT A LOVE SONG con il loro banchetto sempre più fornito di magliette, shop-bag, cassette e cassettine, ci sono, al lato del palco, i classici banchetti dei dischi dove si possono trovare delle belle chicche a prezzi davvero irrisori, tra cd e vinili però ci si accorge subito di una grave assenza, quella di Leo di Black Marmalade Records che a seguito di un cortocircuito ha visto andare bruciato il furgone con dentro tutto il negozio a pochi passi dal festival (sulla pagina di Black Marmalade Records è stata aperta una raccolta fondi, se potete, è una giustissima causa. Potete accedere anche tramite il link  https://www.gofundme.com/f/save-black-marmalade-records).
Punto fondamentale del Lars anche la cucina, due punti ristoro, un ristorante dove gustare piatti tipici e un chiosco “pub” dove sono disponibili panini sfiziosi.
Come da orario alle 21.50 salgono sul palco i Wake Up In The Cosmos un gruppo di 4 ragazzi, doppia chitarra, basso, batteria che apre le danze di questa decima edizione nel miglior modo possibile, suoni bagnati da riverberi e delay, così come le voci, ritmi serrati e una batteria che fa capire il lavoro dietro ogni arrangiamento di questa band. Un sound pieno e compatto e un finale in cui i membri del gruppo, uno alla volta, lasciano soli batteria e basso, quest’ultimo sul finale a “smanopolare” con gli effetti per chiudere in bellezza.
Subito dopo di loro, sul palco salgono i Leatherette gruppo di cui quest’anno si è sentito spesso parlare, 6 ragazzi da Bologna, due chitarre, un sax, basso e batteria e quante più voci possibili. La potenza di questa band è disarmante, il muro di suono che ci arriva in faccia dalla prima nota fa intendere l’andamento del concerto, tiratissimo, lasciando poco spazio alle riprese di fiato.
L’alternanza delle voci e il modo di cantare della band ricorda sotto tantissimi punti di vista le doppie voci che facevano i Fugazi e l’attitudine punk viene fuori subito, il cantante/chitarrista si butta tra la folla e da inizio a un piccolo ma godurioso pogo (al quale ovviamente ho preso parte).
Il set prosegue prolungandosi oltre l’orario prestabilito, e dopo aver devastato il palco tra capriole e tutti sopra a tutti, i sei ragazzi lasciano il palco sotto gli applausi e la totale approvazione di un pubblico “preso a bene”.

Buio, tanta musica, menzione speciale fatta anche alle playlist del Lars, sempre a tema e prive dei classici Guns N Roses o AC/DC (per fortuna). Sullo schermo dietro il palco inizia uno degli artisti del collettico di Becoming-X a disegnare varie tavole in
tempo reale, mentre scorrono i secondi e i minuti e sul palco non sembra essere predisposta nessuna pedaliera e quando si parla degli And So I Watch You From Afar questo dettaglio può far preoccupare.
I fonici sul palco sistemano ogni cosa, ma quelle pedaliere che non vengono posizionate mi fanno presagire il peggio (e il peggio era anche che suonassero in digitale, con mio grande dispiacere). Alla mezzanotte passata, purtroppo, sullo schermo compare la scritta Concerto Annullato ed Eleonora sale sul palco, scusandosi con tutti, ma causa di un malessere all’interno del gruppo il concerto della band Irlandese non è possibile. Un applauso di incoraggiamento comunque accoglie la notizia, tra la ovvia delusione, ma con la consapevolezza che il festival continua e che gli imprevisti capitano.

Sabato 8 Luglio 2023
Le seconda giornata del Lars sembra non risentire affatto del concerto annullato la sera prima, anzi, tutti sono a mille, entusiasti, con il sorriso in faccia e il parco è più pieno che mai di persone di ogni età. Il bello del festival è anche questo, puoi trovare qualsiasi essere umano all’interno di questo fantastico posto, il ragazzo di 20 anni che si fa tutti festival a rotta di collo, la coppia con i figli che sono li per puro relax, i fan sfegatati delle band, mamme con le magliette dei Converge che tengono in spalla i figli (con le cuffie) sotto palco. Tutti partecipano. E questo è forse il punto di forza maggiore del Lars.

Dopo aver mangiato in tempo questa volta, ci avvicinamo carichi e curiosi sotto palco perché ad aprire le danze c’è un duo che non conosciamo, gli Scrounge un duo chitarra e batteria di Londra con un sound tagliente. I primi brani mettono subito le cose in chiaro: essere in due non vuol dire avere qualcosa in meno. I suoni sono enormi, la Fender Jaguar sferraglia violentemente mentre il batterista crea delle ritmiche ipnotiche procedendo all’esecuzione dei brani del loro disco. Su “Badoom” (pezzo clamoroso a mio avviso) il pubblico risponde bene e canta coralmente il “Badoom Baddom Badoom” ripetuto nelle canzone.
A fine concerto non possiamo che essere felici di questa nuova scoperta musicale che ci lascia super carichi per i prossimi artisti, anche questi da noi sconosciuti.

I Molly sono anche loro un duo, mentre gli Scrounge dimostravano la potenza sonora di due componenti, i Molly credo che ci abbiano dimostrato come, con la giusta conoscenza e con il giusto lavoro, in due puoi sembrare di essere in 50 sul palco. I brani dei due Austriaci sono un post-rock di montagna, aria fredda fatta di riverberi e delay, pitch sulla voce, fuzz che esplodono e chitarre lanciate (nel verso senso della parola). La cosa che subito noto, all’inizio del primo brano è la linea di basso, ma non ci sono bassisti sul palco. Infatti è il batterista che, sprovvisto di hi-hat, al suo posto ha una pedaliera che produce le note del basso. Inoltre il batterista utilizza anche una tastiera e orchestra con il fonico di palco i suoni. Insomma, un mostro musicale che ho ammirato da inizio concerto a fine, lasciandomi travolgere da quelle onde sonore grandi come le montagne che ispirano la loro musica.

Dopo che i Molly hanno lasciato i palco, i tecnici iniziano a montare un armamentario musicale non indifferente, tanti amplificatori, una batteria con drum pad incorporati, sintetizzatori, tastiere, un metallofono, tastiere, un sax alto e un imponente sassofono. Sono le armi dei The Notwist un gruppo sperimentale che sale sul palco con tutta la tranquillità del mondo, come se stessero per fare delle prove e scatenano un muro di suono che ci fa piombare tutti in un mood molleggiante in cui i ritmi della batteria si spostano con i suoni dei sintetizzatori, dei campionamenti dei vinili, le chitarre distorte e acustiche, il metallofono che traccia sempre delle linee di melodia in sottofondo per lasciare spazio anche a momenti in cui viene percosso e glissato ogni lingotto di metallo per creare del noise. Il concerto è un susseguirsi di musica di vario genere c’è dentro la new-wave, il post punk, la dub, la musica elettronica, per un momento è sembrato di essere a un rave con un flusso di gente che ballava e un crescendo elettronico da capogiro. I 7 elementi sul palco sono affiatati e lo si può capire dalla perfetta esecuzione dei brani (principalmente estratti dal disco Neon Golden) ma sul palco sono anche molto statici, rigidi quasi, e questo, contrariamente a come diceva qualcuno, a mio parere è una grande presenza scenica, allo stesso livello di chi spacca ogni cosa presente. Il concerto è psichedelia e sperimentazione pura, senza mai lasciare niente al caso. Finito il concerto il corpo è in altra dimensione, le gambe fanno male e il cuore è pieno, ancora una volta.

Qualche foto dalla serata di sabato (clicca sulle foto per visualizzarle)

Domenica 9 Luglio 2023
Eh, sarebbe bello raccontarvi del concerto dei Moonwalks e dei The Brain Jonestown Massacre ma purtroppo gli impegni hanno impedito di goderci quest’anno l’ultima sera del Lars Rock Fest che, tramite foto, video e racconti dei presenti sembra proprio essere andata alla grande.

Il Lars Rock Fest finisce anche quest’anno e noi ci portiamo a casa e nel cuore tantissime cose belle e la sicurezza di avere un posto in cui tornare ogni anno, dove rivedere amici, dove ascoltare musica conosciuta e scoprirne di nuova, in una cornice che per quanto mi riguarda è la migliore che si possa desiderare. Ci tengo a ringraziare di cuore tutti i ragazzi che lavorano al Lars con i quali ormai ho stretto da anni un rapporto di amicizia, per quello che fanno, per l’amore, la passione e la gioia che hanno nel condividere, ci si vede l’anno prossimo, già non vedo l’ora!

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