Intervista Megadeth

Uno dei Gods of Metal, esibitosi giovedì 2 giugno all’autodromo nazionale di Monza, è stata sicuramente la band tra le numero uno del thrash-metal: i Megadeth. Quale miglior occasione per far due chiacchiere con la new-entry, il chitarrista brasiliano Kiko Loureiro (ex. Angra)? Ondalternativa non poteva certo farsi sfuggire un’opportunità del genere ed eccoci pronti in prima fila e microfono alla mano:

Ciao Kiko e benvenuto! Tanto per cominciare perché non ci racconti un po’ la storia del tuo inizio con i Megadeth?

Ciao, grazie mille! La storia iniziò poco più di un anno fa. Ho ricevuto una chiamata da Ellefson, il bassista dei Megadeth, che mi chiese di andare a Nashville per incontrare Mustain e conoscerci meglio, probabilmente. Ho pensato che fosse un’audizione o simile, ma alla fine si è rivelato essere più un incontro per conoscermi a livello personale e poche settimane dopo sono andato allo studio di registrazione per iniziare le pre-produzione di questo tour. Dalla prima chiamata ricevuta, all’andare in studio, il processo è stato tutto molto veloce e senza nessun intoppo. Penso che stessero già cercando un chitarrista da tempo, ma ora con l’avvento dei social web e non, le ricerche sono diventate molto più facili e rapide e quando incontri qualcuno di persona per la prima volta, e’ come se già lo conoscessi in parte. E’ più una questione di verificare se il portfolio online corrisponde alla realtà.

Quando sei entrato a far parte dei Megadeth è cambiato qualcosa in modo esponenziale nel tuo modo di fare musica o hai portato qualcosa di nuovo nella band?

Sono sicuro che gli altri potrebbero rispondere meglio a questa domanda (ride). Penso sia un costante ed equo scambio d’idee. Loro sono certamente molto esperti, è un altro livello e per questo ho imparato un sacco sia dal lato professionale sia durante i tour. Tutti i membri della band e dello staff sono super top, top league, ed e’ un continuo imparare e maturare. Certo, anch’io ho un sacco di anni alle spalle di esperienza e concerti con la mia precedente band, gli Angra, e la cosa mi ha aiutato molto a portare qualcosa di nuovo in tavola per i Megadeth. Non ho dovuto cambiare il mio modo di suonare esponenzialmente anche perché, pur venendo dal power metal, le chords sono sempre uguali e dal mio punto di vista, la musica è una cosa sola, così mi sono dovuto solo adattare. Sono cresciuto ascoltando questo tipo di musica e sono sempre stato un grande fan di Marty Friedman e suonare ora con i Megadeth e’ davvero un onore.

Cosa puoi dirci sul nuovo album Dystopia? So che quando sei arrivato lo stavano già elaborando.

Sì, erano già in fase di pre-produzione, un sacco d’idee erano già state messe sul piatto e gran parte delle canzoni erano già per metà scritte, così ho dovuto studiare ed imparare cosa stesse succedendo e vedere se le mie idee potessero essere accettate. Alla fine ho collaborato in tre pezzi ed e’ stato molto interessante.

C’e’ una canzone in particolare che ha attratto la mia attenzione “Poisonous Shadows”, un pezzo sicuramente più progressive rispetto allo standard dei Megadeth, con addirittura una parte orchestrale e so che la parte di piano è opera tua. Puoi dirci come si è evoluto il song- writing di questa meraviglia?

L’idea di questo pezzo era gia’ nella mente di Dave (Mustain), ma io ho lavorato sul pezzo eseguito col piano. Lui aveva i riff e le liriche, ma non ricordo esattamente cosa in particolare, ma sai, quando l’idea c’e’, la melodia poi viene in modo cosi naturale. E’ difficile spiegare il processo creativo perche’ non si tratta solo di una cosa, ma di un insieme. Un giorno puoi svegliarti ed avere un’idea che calza alla perfezione con un brano ed un altro giorno altre idee arrivano e si sposano con altre tracce. Molto probabilmente se non avessero avuto un piano in studio, non avrei composto la mia parte di melodia. Cerco sempre di fare le cose nel modo migliore o di migliorarle in seguito e, anche se la tua idea non viene presa in considerazione per una canzone, può comunque ispirare un altro membro perciò e’ importare mettere a tavolino tutto ciò che si ha. Non sai mai quale idea sarà quella definitiva, ma non è importante. La cosa più importante è creare tutti insieme rispettando le idee di ognuno ed e’ basilare che, anche se la tua proposta non viene scelta, tu possa dire ad un altro “Sì quella e’ una bella idea!” e stai certo che l’album sarà pieno di materiale super.

So che siete diretti al Download Festival tra qualche giorno, dove saranno presenti diverse giovani e nuove bands. Come hai visto o vedi la scena metal evolversi durante gli ultimi decenni?

L’intero mondo della musica e’ completamente diverso adesso rispetto agli anni 90, ma stiamo paragonando un tempo dove non c’era Internet ed uno dove ormai quasi tutto si basa sulla tecnologia. Penso che internet abbia avuto una parte enorme nella scena del cambiamento, ma anche il modo in cui viene scritta la musica e’ cambiato tanto. Ricordo ad esempio nei primi anni 90 feci un album con gli Angra in analogico, nel senso che dovevi sapere veramente come suonare o come registrare un disco ma ora non e’ nemmeno più necessario perché anche se non sei un fenomeno, hai dei mezzi che ti permettono di registrare ciò che vuoi. Ho un po’ nostalgia degli anni 80 quando le persone sapevano suonare meglio. Ci sono alcune bands che anche quando suonano live hanno sempre dei pezzi registrati in sottofondo (e non parlo degli intro) ed è difficile da dire perché e’ sempre tutto ben fatto. Una cosa che mi piace nei Megadeth è che non c’e’ mai nulla di registrato, noi siamo old-school e quando suoniamo live lo facciamo veramente, ciò che senti e’ ciò che esce dai nostri strumenti, anche se penso che una volta che trovi una band che ti piace e che segui, non te ne importi poi più di tanto a riguardo.

Parlaci invece del Brasile, come vive il metal la gente locale?

Ci sono davvero tanti fan del metal in Brasile, lo adorano e abbiamo anche un grosso festival e altro, e’ abbastanza simile a qui (Italia) credo, anche se la musica più famosa cantata in Portoghese e’ molto più seguita di qualsiasi show o festival metal, ma il problema e’ che non ci sono cosi tante band rispetto alle dimensioni del paese, ce ne dovrebbero essere molte di più. (ride)

Un pensiero per il tuo popolo italiano?

E’ sempre bello e divertente venire in Italia, ormai penso di averla girata tutta, di’ una città ed io sono stato là (ride). Amo questo paese e le persone sono molto espansive, grazie mille!

Un grazie particolare a Kiko che ci ha dedicato un breve ma decisamente prezioso lasso di tempo e ai Megadeth per le emozioni regalate! Grazie ragazzi!

A cura di: Tatiana Granata

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