Generation Axe – The Guitars That Destroyed The World: Live In China

I Generation Axe sono quel classico gruppo che non appena leggi la formazione non puoi fare a meno di esclamare WOW. Sì, perché in questo caso non si può parlare di una semplice band, ma di una superband. Steve Vai – che non ha bisogno di presentazioni, basta dire che ha iniziato la sua carriera con Frank Zappa – ha reclutato per questo progetto alcuni dei migliori chitarristi al mondo, gente che ha fatto la storia della musica, artisti che hanno rivoluzionato il modo di suonare le sei corde.

Oltre al già citato Steve Vai, troviamo Zakk Wylde (chitarrista di Ozzy Osbourne e fondatore dei Black Label Society), Yngwie Malmsteen (virtuoso della Fender che gli ha dedicato il modello Stratocaster Malmsteen), Nuno Bettencourt (membro degli Extreme) e Tosin Abasi (fondatore degli Animals as Leaders), praticamente il TOP che c’è al momento in circolazione in ambito metal, è difficile trovare di meglio.

Ma The Guitars That Destroyed The World: Live In China è un’occasione perduta. L’album, composto da 11 pezzi, è un susseguirsi di brani strumentali che non riescono a fare breccia nel cuore dell’ascoltatore. Si parte bene con Foreplay dei Boston, dove troviamo tutti e cinque i chitarristi sul palco. Però si procede con troppe cover e troppe improvvisazioni: poca empatia e tanta, anzi forse troppa, tecnica al servizio di uno spettacolo che sembra più un esercizio di stile che un live travolgente.

A parte due canzoni degli Animal as Leader (Tempting Time e Psysical Education), una di Steve Vai (Black Star) e un medley suonato da Yngwie Malmsteen (Valhalla, Baroque n Roll, Overture, From a Thousand Cuts, Arpeggios from Hell e Far Beyond the Sun), tutto il resto è cover, per non dire noia. Si finisce come si era cominciato, ossia con tutti e cinque i chitarristi sul palco, chiudendo il cerchio come è giusto che sia.

Per la conclusione si affidano a Highway Star, una cover dei Deep Purple che dura ben 11 minuti. Ma la sensazione che rimane è quella di qualcosa di incompleto, di non finito, ma non nel senso michelangiolesco, come se le chitarre che volevano distruggere il mondo non avessero distrutto proprio un bel niente. Purtroppo.

 

Tracklist:
1. Foreplay
2. Tempting Time
3. Physical Education
4. A Side of Mash
5. Sideways
6. Whipping Post
7. Bad Horsie
8. Baroque & Roll/ Overture/ From a Thousand Cuts/ Far Beyond the Sun
9. Black Star
10. Frankenstein
11. Highway Star

 

A cura di: Claudio Molino

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